Campania, Caldoro a sorpresa: «Dialogo con Manfredi, De Luca ormai isolato»

Il leader dell'opposizione si esprime anche sul terzo mandato

Stefano Caldoro
«Serve collaborare con il governo nell'interesse dei cittadini. Mentre Manfredi correttamente lo fa, De Luca è impegnato in uno sterile rivendicazionismo che non...

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«Serve collaborare con il governo nell'interesse dei cittadini. Mentre Manfredi correttamente lo fa, De Luca è impegnato in uno sterile rivendicazionismo che non porta da nessuna parte. Isolando sempre più la Campania», ragiona Stefano Caldoro, ex governatore di centrodestra.

Cosa intende per collaborazione?
«Come sempre avvenuto in passato. Ricordo bene il rapporto istituzionale corretto tra Bassolino e Berlusconi, nonostante le divergenze politiche enormi che rimanevano, nel solo interesse dei cittadini. E se non si mette in moto la collaborazione la città e la Regione ne pagano le conseguenze».

Come sono i rapporti con l'esecutivo e le istituzioni locali?
«Anzitutto, dopo più di 10 anni, con Giorgia Meloni premier, c'è un governo politico scelto dagli elettori e questo cambia radicalmente le relazioni tra centro e periferia: cambia il rapporto tra le istituzioni locali e l'esecutivo nazionale, molto differente da quello con gli esecutivi tecnici. E tutti siamo chiamati a cercare un dialogo istituzionale. Chi non ha chiaro questo dovere politico è bene che cambi mestiere».

A chi si sta riferendo?
«Non si può non vedere da parte del sindaco Manfredi la ricerca di un corretto rapporto istituzionale con il governo, fatto di dialogo e collaborazione con i ministri a tutto vantaggio della città di Napoli. Cosa diversa avviene in Regione, con un copione stantio, ripetitivo fatto di sterile rivendicazionismo, di drammatizzazione, gag e scaricabarile».

E' un messaggio di apertura del centrodestra a Manfredi?
«La nostra opposizione ha un giudizio fortemente critico sulle giunte di centrosinistra, o come al Comune anche con i 5 Stelle, e offriamo un modello di governo alternativo. Da questo punto di vista non facciamo distinzione tra Comune e Regione».

Nel frattempo non passa inosservata la presenza constante di alcuni ministri su Napoli.
«Dal governo ci sono segnali positivi: basta guardare l'attivismo dei vari ministri, in particolare di quello della Cultura Gennaro Sangiuliano e di quello del Sud Raffaele Fitto. Il primo per valorizzare e sostenere le straordinarie eccellenze culturali della città e il secondo per spendere in fretta e bene i fondi europei e del Pnnr. Cosi come il lavoro continuo dei membri campani nel governo, a partire dal vice ministro agli esteri Cirielli, che ha la strategica delega della cooperazione allo sviluppo. E credo come i governi locali debbano sostenere e aiutare questi percorsi».

De Luca è impegnato in una battaglia corpo a copro invece contro questo esecutivo.
«Ma come si fa, ad esempio, a scaricare sul governo la drammatica carenza di personale sanitario, quando le assunzioni e i concorsi nel settore sono di esclusiva, e sottolineo esclusiva, competenza delle Regioni. O per fare un altro esempio: come si fa a non capire, o fare finta, di aprire uno scontro con il governo con la falsa accusa di scippare i fondi del Sud per spenderli al Nord, quando il vero dramma è l'incapacità di programmare e spendere della stessa Regione. E quando il ministro del Sud offre il suo impegno per evitare che si perdano i fondi, lo si attacca con accuse ridicole».

Dovrebbe esserci collaborazione da parte sua?
«È indispensabile altrimenti si isola la più grande regione del Sud dalle dinamiche nazionali ed europee. Una strada dannosa per la Campania, ormai relegata ad essere ultima in Italia sui servizi e la qualità della vita. Una Regione che più di altre ha bisogno del sostegno del governo».

Converrà però che con l'Autonomia voluta fortemente dalla Lega esiste il grande pericolo di sperequazioni a svantaggio del Mezzogiorno.
«Negli ultimi venti anni il divario territoriale è aumentato a svantaggio del Sud e l'Autonomia non c'è. Questo vuole dire che il problema non è dell'applicazione del regionalismo differenziato, quanto piuttosto cosa sarà fatto per cambiare la direzione e riequilibrare i rapporti Nord/Sud».

Però ieri i primi cittadini del Sud sono scesi in piazza.
«Quello che i sindaci chiedono è giusto: occorre un protagonismo dei Comuni contro un modello di neo centralismo regionale. Questo è il vero rischio. E anche le città metropolitana hanno un ruolo strategico di questo percorso. Anzi sopratutto loro».

Da ex governatore cosa pensa di un eventuale terzo mandato di De Luca?
«Sono da sempre contro il limite dei mandati, sia per i sindaci che per i presidenti di Regione: a decidere è prima la politica, poi gli elettori».

C'é bisogno di una modifica della legge elettorale?


«È un tema per costituzionalisti perché c'è una normativa nazionale quadro che vuole siano le regioni a stabilire nel proprio Statuto il limite dei mandati. Altrimenti è solo un indirizzo normativo. E nello Statuto, a mio avviso, di questa regione non c'è un passaggio esplicito sul divieto del terzo mandato. Ma credo sia un tema da Consulta».
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Il Mattino