Campania, exploit della Lega ma stop ai transfughi

Campania, exploit della Lega ma stop ai transfughi
Quattromila iscritti, cinquanta sedi, duecento amministratori locali, sei sindaci. Sono solo alcuni dei numeri che connotano la presenza sempre più forte della Lega di...

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Quattromila iscritti, cinquanta sedi, duecento amministratori locali, sei sindaci. Sono solo alcuni dei numeri che connotano la presenza sempre più forte della Lega di Matteo Salvini in Campania. L'onda verde del Carroccio è arrivata prepotente anche al meridione, soprattutto da quando è stata eliminata la denominazione «Nord» dalla sigla spingendo ben più in giù del Rubicone gli orizzonti leghisti. Il prossimo mese, in provincia di Salerno, a Campagna, i dirigenti locali stanno organizzando il primo grande raduno in verde, una sorta di Pontida del Sud, un evento nazionale a cui parteciperà lo stesso Salvini dopo aver riscosso l'altro giorno a Napoli tanti applausi, ma pure le inevitabili contestazioni di chi non ha dimenticato gli anni vissuti in contrapposizione, suggellati dall'ormai celebre video in cui il leader leghista cantava il coro sui napoletani «colerosi e terremotati».


IL PARTITO
Chi da tempo ha dimenticato quei cori, pur da tifosissimo del Napoli, è certamente Gianluca Cantalamessa, deputato della Lega e coordinatore regionale del Carroccio. «Sono stato io nel 2014 a chiamare Salvini racconta Cantalamessa chiedendo di aderire al suo partito». Figlio di Antonio, l'ex parlamentare Msi scomparso lo scorso anno, Cantalamessa spiega l'ascesa leghista al Sud dai segnali che riceve. «Che la Lega sia ormai una realtà anche al meridione fa notare il coordinatore napoletano non lo spiegano solo i 140mila voti riscossi in Campania alle ultime elezioni. Il primo anno che andai a Pontida a parlare mi seguirono dodici persone, l'ultima volta erano più di cinquecento». Sulla stessa lunghezza d'onda Pina Castiello, ex di Alleanza Nazionale e Forza Italia, ha aderito alla Lega dal 2016, oggi è sottosegretario in quota Carroccio al ministero per il Sud.

 

LA DIASPORA
A seguire lo stesso percorso compiuto da Cantalamessa e Castiello vorrebbero essere in tanti. In molti, anche a livello locale, sono tentati da fare il passaggio interno al centrodestra da Fi al Carroccio. «Un assalto alla diligenza lo definisce Castiello ma noi abbiamo deciso di non imbarcare tutti e lo dimostra che già potremmo avere un nostro gruppo al Consiglio regionale in Campania, ma abbiamo preferito fare prima un'accurata selezione. Scegliamo solo chi ha manifestato vicinanza alla Lega in tempi non sospetti, ora è troppo facile sull'onda del successo». Nessun big in arrivo, quindi, nonostante nei mesi scorsi sembravano vicinissimi gli arrivi di due «prime donne» provenienti da Fi: Nunzia De Girolamo e Alessandra Mussolini. Forse i tempi non sono ancora maturi, l'ex deputata beneventana era anche attesa ad una manifestazione pubblica organizzata da Cantalamessa nei giorni scorsi, ma diede forfait. La nipote del Duce ha invece abbandonato Fi lo scorso luglio, ma non ha ancora aderito alla Lega.
IL TERRITORIO

Il progetto della Lega al Sud non punta infatti a incamerare dirigenti dagli altri partiti, tanto più in seguito ai frequenti incontri tra Berlusconi e Salvini con il progetto di ricomporre l'alleanza di centrodestra a partire dai prossimi appuntamenti elettorali. L'obiettivo è replicare il modello che ha avuto successo al Nord, radicando capillarmente il partito sul territorio. Domani, ad esempio, saranno inaugurate due nuove sedi leghiste in provincia di Caserta, una ad Aversa e l'altra a Maddaloni. Bacino che ha già dato ampi consensi al Carroccio alle ultime elezioni facendo sfiorare ai leghisti la soglia del 5 per cento dei voti. Nel Casertano, oltre alla sede del capoluogo, ci sono quelle di Teano, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca, San Cipriano e poi di Mondragone, lì dove il cavallo di battaglia della Lega sui migranti è un problema particolarmente sentito. Quattro sono invece le sedi leghiste a Napoli, altre sette nel resto della provincia partenopea a cui se ne aggiungeranno a breve altre. Undici circoli sono nel Salernitano, quattro nell'Avellinese e altrettanti nel Beneventano. Nelle sezioni non ci sono però contatti tra i militanti del Carroccio e quelli del Movimento 5 Stelle. «I contatti spiega Castiello sono più frequenti con il popolo di Forza Italia, anche se a livello nazionale lavoriamo bene con i grillini e speriamo a breve di portare a casa il reddito di cittadinanza per il Sud». I dirigenti campani sono sicuri che la Lega crescerà ancora. E se gli si fa notare che ancora in molti considerano i leghisti campani come quei napoletani che tifano Juve, non accettano il paragone. «La similitudine secondo Cantalamessa va fatta con quei campani che non si ribellano di avere la peggiore Sanità d'Italia. Quelli possiamo chiamarli juventini».
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Il Mattino