Capri, morto Salvatore Federico storico giornalaio della piazzetta

Salvatore riforniva i turisti di giornali stranieri e regolava l'orologio del campanile

Salvatore Federico
Questa mattina Capri si è svegliata con un velo di tristezza, per la morte di un caprese Doc, il giornalaio della Piazzetta, un simbolo di una Capri che sta man mano...

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Questa mattina Capri si è svegliata con un velo di tristezza, per la morte di un caprese Doc, il giornalaio della Piazzetta, un simbolo di una Capri che sta man mano scomparendo insieme ai suoi personaggi. Salvatore Federico si è spento all’età di 87anni e sin da ragazzo a metà del secolo scorso aiutava il padre Giovanni, nel piccolo spazio alla base della torre campanaria del Salotto del Mondo, a Salvatore era affidata anche la manutenzione dell’antico orologio del campanile che segna l’ora di Capri, oltre a distribuire i giornali ad italiani e stranieri.

Molti stranieri che vivevano a Capri, arrivati in piazzetta, ricevevano con eleganza innata dai due edicolanti la copia del quotidiano nella loro lingua. Un’abitudine che Salvatore ha cercato di mantenere insieme alle sorelle, Maria e Teresa, dopo la morte del padre, che si avvicendavano dandosi i turni per mantenere sempre aperta l’edicola e poi con il nipote Michele, al quale ha trasferito tutte quelle qualità di caprese autentico: disponibilità, gentilezza, e soprattutto la solidarietà verso gli altri e verso i propri concittadini. E questa mattina proprio Michele con gli occhi pieni di lacrime, nell’edicola di via Acqua Viva, dove da un anno si è trasferita l’edicola, racconta gli insegnamenti e i sentimenti che ha appreso da suo zio Salvatore.

Dopo l’attaccamento al lavoro, infatti (l’edicola apre all’alba e resta ininterrottamente aperta sino al calar delle tenebre) l’amore verso il prossimo e la solidarietà e il soccorso verso i più deboli o che ha bisogno d’aiuto. «Per me - dice Michele, ricordando commosso lo zio scomparso - è stato un esempio, per praticare il volontariato, ed io continuo quello che mio zio ha iniziato, come il trasporto degli infermi, dalle loro abitazioni all’ospedale, o ai mezzi in partenza per Napoli, che lui faceva addirittura nel periodo quando a Capri non c’erano le autoambulanze e i cartellini elettrici sanitari, utilizzando la sua auto personale, una Opel Rekord, per sistemare meglio gli infermi e trasportarle distese, nei luoghi di ricovero. Io l’ho accompagnato in questi viaggi a Napoli molte volte, per dargli una mano e trasferire il nostro concittadino nella struttura sanitaria apposita. Per me è stato come un padre e seguirò sempre quello che mi ha trasmesso, dalla vendita dei giornali a quella che posso definire la dedizione al volontariato che continuerò finché ne avrò le forze, continuando per lui».

I capresi saluteranno per l’ultima volta “Salvatore O’ Giurnalaio” nella stessa piazzetta dove ha vissuto tutta la vita di lavoro, nella Ex Cattedrale di Santo Stefano, sulle scale della chiesa, proprio difronte all’ex edicola, quel luogo che lo ha visto presente per tutta la vita.

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Il Mattino