«Tony era cambiato. Impercettibilmente, ma lo avevo avvertito. Ero presa da sensazioni che mi angosciavano, ma senza un motivo preciso». Dopo giorni di silenzio,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ho cercato di fermare Tony, che in alcuni momenti perdeva completamente il controllo con reazioni esagerate. Ma mi ha scaraventato di lato. Sembrava un diavolo», ha raccontato. Una condizione che la donna conosceva. Perché Tony aveva imposto delle regole per la convivenza, e tra queste il divieto di indossare abiti attillati, punito più volte con le botte alla stessa Valentina. Un particolare inquietante, questo, confidato da Ciro E., amico intimo di Tony da undici anni, e che abita nella stessa strada, Via Marconi, a Cardito dove si è consumata la tragedia. «Quando me lo ha raccontato, ho smesso di frequentarlo. Era strano, non più lo stesso Tony - dice - Un po' spaccone, e si atteggiava molto come un boss di Gomorra. Quando l'ho visto portare via nella macchina della polizia, lui mi ha guardato. Lo avrei ucciso a mani nude, ma sarei stato come lui, un assassino. E allora gli ho sputato contro. Deve marcire in galera».
Il racconto di Valentina Casa, affronta poi tornanti ripidissimi e aspri da togliere il fiato, tanto da farti sentire il peso di una sconfitta come madre e come persona. «Mi sono sentita svuotata di tutto. Non avevo pensieri, non avevo forza per reagire, non avevo più nulla, solo il vuoto intorno a me. Non mi sono nemmeno accorta del pianto di Noemi». Un blocco psico-fisico, che se accertato, avrebbe scaraventato via dalla realtà di quei momenti, la mamma di Giuseppe, che dopo il secondo pestaggio, seguito a quello della sera precedente, lo ha condotto alla morte spegnendo la piccola vita come un lumino sotto vento. «Credo che Tony, sia stato il primo a rendersi conto della gravità della situazione. Chissà, forse ha anche tentato di scuotermi, ma inutilmente. È stato lui a uscire per andare in farmacia a procurarsi la pomata con la quale pensava di poter medicare le contusioni e attutire i segni delle percosse». Insomma, di fronte allo scioccante spettacolo dei suoi due figli pestati con furia dal compagno, e la straziante agonia di Giuseppe, la Medea di Cardito sarebbe è rimasta bloccata in una sorta di trance emotiva, incapace di fare qualsiasi cosa, anche di soccorrere i suoi piccoli. Uno stato che sarebbe durato ore. Un trascorrere del tempo che poi è risultato fatale per il piccolo Giuseppe.
È questa la ricostruzione della mamma del bimbo pestato e ucciso dalla furia omicida Tony Essobti Badre, ora in isolamento nel carcere di Poggioreale da domenica notte, con l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni gravi nei confronti di Noemi, ancora ricoverata all'ospedale Santobono di Napoli, dove se pure i danni fisici vanno a rimarginarsi, quelli psicologici bruciano ancora e tanto. Nei confronti della donna continuano gli accertamenti della Procura della Repubblica di Napoli Nord. Valentina Casa è al momento una persona informata dei fatti, e non risulta essere stata iscritta nel registro degli indagati. I funerali di Giuseppe si svolgeranno oggi pomeriggio alle 15.30 a Pompei, nella chiesa di San Giuseppe in via Aldo Moro. Ad officiare il rito religioso sarà il vescovo di Pompei Tommaso Caputo. I giudici hanno così accolto le richieste del padre naturale del bimbo, residente nella città mariana, nonostante la sospensione della podestà genitoriale notificata anche a Valentina Casa che per i funerali non ha espresso alcuna volontà. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino