Cena della pace, o quantomeno della tregua, tra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna. Ieri la vicepresidente della Camera si è recata nella villa di Arcore per incontrare il...
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La sensazione è che convenga a tutti gli interessati la pace. A Berlusconi per risalire la china visti i sondaggi, alla Carfagna per ritrovare agibilità politica «dando un progetto al Paese», a Salvini che necessita di una Forza Italia forte nelle regioni meridionali. In vista delle regionali in Campania, infatti, il numero uno del Carroccio non direbbe no alla vicepresidente della Camera: non pone veti né fornisce indicazioni precise. Attende che gli azzurri ritrovino unità e armonia, fattori perduti negli ultimi mesi tra rivendicazioni personali, ambizioni (vedi Paolo Russo) e polemiche (come l'europarlamentare Fulvio Martusciello). I berlusconiani più volte hanno ribadito che la Carfagna non solo sarebbe la personalità capace di superare ogni divisione interna, ma costituirebbe un valore aggiunto alle regionali. Lei però non scioglie la riserva preferendo uno stato di perenne sospensione. Salvini, da par suo, dando il via libera all'ex ministro delle Pari Opportunità risolverebbe due problemi: troverebbe il candidato giusto in Campania dove l'aria appare positiva ed eliminerebbe la competizione mediatica da parte di chi spesso ne ha contestato modi e pensieri. Escludendo Carfagna, resterebbe favorito il capo dell'opposizione Stefano Caldoro intorno al quale non è stata ancora costruita l'unità di cui avrebbe bisogno per competere con l'uscente De Luca. Morale della favola: Salvini vorrà dare sicuramente l'imprimatur sul nome del candidato governatore scelto tra i dirigenti locali di Forza Italia, ma in caso di ulteriori conflitti potrebbe essere costretto a individuare una personalità civica in grado di superare gli steccati di partito ed allargare la coalizione. Un'accelerazione la darebbe soltanto una discesa in campo proprio della Carfagna, che si trova dinanzi al bivio decisivo. Prendere o lasciare. Oggi uscita pubblica a Milano per il festival de Linkiesta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino