Bimbi orfani e malati alla Casa di Matteo, il Comune di Napoli non paga

Bimbi orfani e malati alla Casa di Matteo, il Comune di Napoli non paga
«La visita del presidente della Camera ci ha dimostrato che almeno le istituzioni ad alto livello ci sono, ci aspettiamo ci siano anche quelle locali, per ridare...

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«La visita del presidente della Camera ci ha dimostrato che almeno le istituzioni ad alto livello ci sono, ci aspettiamo ci siano anche quelle locali, per ridare dignità a questi bambini già penalizzati dalla loro condizione». Luca Trapanese, presidente dell'associazione A ruota libera onlus, che gestisce la Casa di Matteo in via Pigna, non usa mezzi termini per i mancati pagamenti alla struttura da parte del Comune. Arretrati pari a circa 300mila euro, come spiega Trapanese, che servono per l'assistenza dei piccoli ospiti affetti da patologie gravi. Una vicenda che è emersa in occasione della visita di ieri di Roberto Fico, presidente della Camera, che ha riacceso i riflettori sulle carenze del welfare nella città di Napoli. «Non abbiamo più nemmeno un assessore alle politiche sociali - tuona il presidente di A ruota libera - intanto i nostri bambini ne pagano le spese e con loro gli operatori che li seguono».

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«Supporto e attenzione per queste iniziative di solidarietà». Così il presidente Fico ha espresso il suo sostegno al la Casa di Matteo, comunità socio-sanitaria per bambini e neonati affetti da gravi disabilità, dove ieri mattina è arrivato in visita. «Siamo stati felici di questa sua venuta - spiega Trapanese - è stata una bella esperienza per tutti noi e dimostra la vicinanza delle massime istituzioni a strutture come la nostra. Vorremmo però la stessa vicinanza delle amministrazioni locali, a partire dal Comune di Napoli, che non ci paga da oltre un anno». Ma che cos'è la Casa di Matteo? Si tratta di un progetto che prevede la realizzazione di due case di accoglienza per bambini orfani con disabilità medie e gravi, malformazioni, tumori, patologie che necessitano non solo di cure particolari ma soprattutto di un amore familiare e di un accompagnamento alla morte. Le due strutture sono state inaugurate in due Comuni diversi: una a Napoli, in un grande appartamento in via Pigna, l'altra a Bacoli in una villa data in comodato d'uso gratuito dal Pio Monte della Misericordia. Un progetto che nasce da una storia vera, quella del piccolo Matteo, adottato da Luigi Volpe e dalla moglie Rosa e morto nel 2015 a un anno e mezzo, a causa di una forma rara di cancro al cervello. «Siamo un'esperienza unica al Sud - rimarca Trapanese - con salone, cucina, zona ludica e tre camere di accoglienza dotate delle necessarie attrezzature medico-sanitarie. Sette posti letto per bambini da 0 a 12 anni, seguiti da infermieri, psicologi ed educatori impegnati in attività di sviluppo sensoriale, musicoterapia ed arte terapia». Eppure a questo sistema sociale virtuoso non viene garantita la sopravvivenza dalle istituzioni locali: «Oggi ospitiamo 6 bimbi gravi, in condizioni terminali e per questo abbandonati dagli ospedali. Ma dal Comune non riceviamo pagamenti da oltre 12 mesi, abbiamo arretrati di circa 300mila euro per tutto il 2020 e gennaio e febbraio 2021. Come si fa ad andare avanti? Per ogni bimbo manca la diaria giornaliera che va dai 120 ai 170 euro, a seconda della gravità della malattia. Andiamo avanti con Fondazioni e privati. Ma ci siamo stufati di sopravvivere con la carità. Basta raccolte fondi, ridiamo dignità a questi bambini già penalizzati dalla vita». 

Sulla questione interviene l'assessore comunale con delega alle politiche di inclusione sociale Annamaria Palmieri: «Inutile fare teoria, si deve cambiare la norma secondo cui i servizi di welfare dal punto di vista tecnico-giuridico e quindi contabile non sono essenziali. Dove nasce il problema? Quando sono finanziati da bilanci comunali finiscono nel cronologico, dunque in tutte le spese del Comune». In merito agli arretrati dovuti alla Casa di Matteo, l'assessore tiene tuttavia a precisare che «con l'anticipazione dello scorso settembre sono state liquidate le fatture del 2019, ora si attendono quelle dell'anno successivo. Ma è una promessa che ho fatto loro quando li ho incontrati - assicura Palmieri - cioè che appena svincoleremo la cassa dalle urgenze del 2020 daremo la priorità a questa comunità socio-sanitaria che si occupa di minori fragili che hanno patologie gravi. Però ripeto: il mio grosso rammarico è che questa tipologia di servizi indispensabili per la cura dovrebbe diventare essenziale. Un tema che sottoporrei proprio al presidente Fico venuto ieri in visita alla struttura», conclude. 

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Il Mattino