Il racket degli estintori imposto a imprenditori e commercianti («Altrimenti lo brucio a questo») e lo spaccio di droga gestito in esclusiva nella mega piazza del...
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A parte i 20 anni ciascuno per Salvatore e Michele Imparato, sono stati condannati tutti gli altri imputati. Dodici anni e otto mesi di reclusione per Giovanni Longobardi «'o malommo», 12 anni per Gregorio Cesarano «'o criolo» e Silvio Onorato, tutti in condanni in continuazioni con precedenti sentenze già passate in giudicato sempre per spaccio di droga. Per Ciro Amodio e Francesco Massa «Faruk» la pena da scontare in carcere è di dieci anni e otto mesi, dieci anni e due mesi per Giovanni Di Maio, tutti spacciatori di cocaina nel rione. Otto anni e otto mesi per Nicola Capasso, ritenuto uno dei fornitori di stupefacenti di Secondigliano. Condanne più blande anche per Pasquale Cabriglia (quattro anni) e Catello D'Auria (tre anni e quattro mesi).
Le indagini dei carabinieri svelarono il sistema dello spaccio nel quartiere dell'ex fabbrica dell'Aranciata Faito, con pusher e vedette al soldo degli Imparato. Ma non solo. Le intercettazioni rivelarono come Michele Imparato (assunto per la messa alla prova) fosse riuscito a prendere il comando di un'azienda specializzata nell'installazione di estintori, togliendo clienti alla concorrenza perché «a Castellammare estintori non li deve mettere più nessuno al di fuori dei Paglialoni».
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Il Mattino