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Non un solo colpo di pistola, ma più proiettili esplosi. Una scorreria armata avvenuta in modo plateale, visibile a tutti, con un chiaro obiettivo: fare fuoco, centrare il bersaglio, colpire a morte una persona inerme, per la quale - era logico pensare - nessuno si sarebbe strappato le vesti. Bagnoli, omicidio di un clochard, spuntano particolari inediti di un’esecuzione mortale che resta per molti versi incomprensibile: chi ha ucciso Davide Fogler, il 56enne trovato morto lo scorso 31 luglio all’interno del proprio basso, è riuscito anche a condizionare la scena del delitto. Ha avuto il tempo e l’impunità per rimuovere eventuali bossoli (già, perché sembra che siano stati esplosi più di un colpo), per cancellare altre tracce e per dare un occhio attorno, magari per capire se ci fossero telecamere a inquadrare la scena. Ma torniamo sul luogo del delitto. Via Ilioneo, primo lunedì di settembre. Sono in tanti ad incuriosirsi per i sigilli a uno scantinato.
Era il tugurio nel quale viveva Davide Fogler, in condizioni di totale indigenza. Un materasso a terra, abiti sparsi nei pochi metri quadrati a disposizione, una pesante porta blindata chiusa non funzionante, che Davide chiudeva con il manico di una scopa. Gran parte delle ore il clochard le trascorreva all’esterno del basso, su una sedia piazzata ad altezza di marciapiede. Passava così la sua vita, rimediando qualche soldo improvvisandosi parcheggiatore abusivo (non è chiaro se fosse titolare del reddito di cittadinanza). A volte riceveva qualche dono, a mo’ di elemosina, in altri casi, invece, veniva richiamato per i suoi comportamenti fuori dalle righe (a volte sottraeva gli abiti stesi ad asciugare all’esterno dei balconi condominiali), anche se non c’era nulla che potesse giustificare una esecuzione spietata come quella messa a segno. Ed è questo il punto principale delle indagini.
Inchiesta condotta dal capo della Mobile Alfredo Fabbrocini, sotto il coordinamento dei pm Valentino Battiloro e Cristina Curatoli, indagine per omicidio volontario, a carico di ignoti.
Fatto sta che qualcuno ha avuto il tempo di confondere le acque, al punto tale che la morte del clochard era stata ricondotta a un evento accidentale, estemporanea e imprevedibile. Solo dopo l’autopsia, invece, è emerso un particolare decisivo: il foro di entrata del proiettile all’altezza della testa, al termine di una versa e propria missione di morte. Non sono stati trovati altri proiettili, nonostante qualcuno ricorda di aver udito diversi colpi di detonazione nel pomeriggio in cui è stato trovato morto Davide Floger. Una vicenda che ora attende nuovi sviluppi investigativi, a partire dal silenzio prolungato di chi ha visto qualcosa e si guarda bene dal raccontarlo, per finire alla possibile azione di depistaggio consumata dalla stessa manina che ha dato la morte al 56enne di Bagnoli.
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