Clochard ammazzato a Bagnoli, l’ordine dell’assassino: «Ora tutti in silenzio»

Clochard ammazzato a Bagnoli, l’ordine dell’assassino: «Ora tutti in silenzio»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 5 Settembre 2022, 23:56 - Ultimo agg. 7 Settembre, 07:25
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Non un solo colpo di pistola, ma più proiettili esplosi. Una scorreria armata avvenuta in modo plateale, visibile a tutti, con un chiaro obiettivo: fare fuoco, centrare il bersaglio, colpire a morte una persona inerme, per la quale - era logico pensare - nessuno si sarebbe strappato le vesti. Bagnoli, omicidio di un clochard, spuntano particolari inediti di un’esecuzione mortale che resta per molti versi incomprensibile: chi ha ucciso Davide Fogler, il 56enne trovato morto lo scorso 31 luglio all’interno del proprio basso, è riuscito anche a condizionare la scena del delitto. Ha avuto il tempo e l’impunità per rimuovere eventuali bossoli (già, perché sembra che siano stati esplosi più di un colpo), per cancellare altre tracce e per dare un occhio attorno, magari per capire se ci fossero telecamere a inquadrare la scena. Ma torniamo sul luogo del delitto. Via Ilioneo, primo lunedì di settembre. Sono in tanti ad incuriosirsi per i sigilli a uno scantinato. 

Era il tugurio nel quale viveva Davide Fogler, in condizioni di totale indigenza.

Un materasso a terra, abiti sparsi nei pochi metri quadrati a disposizione, una pesante porta blindata chiusa non funzionante, che Davide chiudeva con il manico di una scopa. Gran parte delle ore il clochard le trascorreva all’esterno del basso, su una sedia piazzata ad altezza di marciapiede. Passava così la sua vita, rimediando qualche soldo improvvisandosi parcheggiatore abusivo (non è chiaro se fosse titolare del reddito di cittadinanza). A volte riceveva qualche dono, a mo’ di elemosina, in altri casi, invece, veniva richiamato per i suoi comportamenti fuori dalle righe (a volte sottraeva gli abiti stesi ad asciugare all’esterno dei balconi condominiali), anche se non c’era nulla che potesse giustificare una esecuzione spietata come quella messa a segno. Ed è questo il punto principale delle indagini.

Inchiesta condotta dal capo della Mobile Alfredo Fabbrocini, sotto il coordinamento dei pm Valentino Battiloro e Cristina Curatoli, indagine per omicidio volontario, a carico di ignoti. Da oltre un mese si ruota attorno alla stessa domanda: qual è il movente di una simile esecuzione? Non ci sono moventi economici, non ci sono circostanze scatenanti un delitto del genere, al punto tale che la Procura batte piste decisamente ad effetto: Davide Floger potrebbe essere stato ammazzato nel corso di una sorta di battesimo criminale, una sorta di test della pistola, magari da parte di uno dei giovanissimi del posto, desideroso di mostrare la propria affidabilità nell’uso delle armi. Un test, un cimento o - cosa che purtroppo non va esclusa - un gioco pulp, sull’onda di gesti criminali sempre più plateali ed efferati. Inchiesta aperta, conviene ritornare a quel pomeriggio di fine luglio. Il killer ha esploso più colpi e probabilmente non ha agito da solo. Di fronte al basso, c’erano persone che hanno visto il raid, hanno immagazzinato elementi utili, ma si guardano bene dal raccontarlo. Ed probabile a questo punto che a premere il grilletto sia stato un soggetto legato o protetto dalla criminalità organizzata locale. Lo confermano omertà, tensione, paura che si registrano nell’aria, che raccontano un retroscena abbastanza evidente: se l’omicidio del 56enne fosse maturato in ambienti legati ai senza fissa dimora (magari per il possesso del basso o per il diritto a raccogliere l’elemosina nella zona), qualcuno avrebbe dato la stura a denunce e segnalazioni. Invece, attorno a una esecuzione tanto plateale si nasconde qualcuno che da queste parti - siamo nella tormentata periferia occidentale - ha voce in capitolo, si sta costruendo un certo spessore criminale ed è in grado di incutere un certo timore. 

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Fatto sta che qualcuno ha avuto il tempo di confondere le acque, al punto tale che la morte del clochard era stata ricondotta a un evento accidentale, estemporanea e imprevedibile. Solo dopo l’autopsia, invece, è emerso un particolare decisivo: il foro di entrata del proiettile all’altezza della testa, al termine di una versa e propria missione di morte. Non sono stati trovati altri proiettili, nonostante qualcuno ricorda di aver udito diversi colpi di detonazione nel pomeriggio in cui è stato trovato morto Davide Floger. Una vicenda che ora attende nuovi sviluppi investigativi, a partire dal silenzio prolungato di chi ha visto qualcosa e si guarda bene dal raccontarlo, per finire alla possibile azione di depistaggio consumata dalla stessa manina che ha dato la morte al 56enne di Bagnoli. 

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