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Il primo vero scontro della campagna per le prossime comunali è tra un aspirante sindaco e l'uscente. De Magistris contro il candidato di centrodestra Catello Maresca. E poi da quest'ultimo una sciabolata a Gaetano Manfredi, il suo diretto competitor di centrosinistra, e, ancora, una controreplica a de Magistris. Il segnale, insomma, che la campagna elettorale è ormai partita. Ma i fuochi ieri mattina si accendono contro il sindaco uscente sulla questione dei centri sociali autogestiti che, per inciso, Maresca vuole sgomberare con la fine dei dieci anni della rivoluzione arancione.
«Se la priorità di Maresca non è la lotta alla camorra e lo spezzare i legami tra camorra e politica, ma fare la lotta ai centri sociali e ai ragazzi della nostra città, questa è una posizione di destra molto ideologica e conferma come la sua candidatura sia fortemente orientata in un certo perimetro politico», attacca ieri mattina Luigi de Magistris a radio Crc riferendosi alla posizione di Maresca: «rispetto delle regole», aveva detto, per quanto riguarda «l'occupazione di immobili del Comune da parte dei centri sociali». Che poi per de Magistris «non si tratta di occupazioni» perché «in questi anni nella gran parte dei casi giovani, centri sociali, esperienze di autogestione e autogoverno siano stati elementi di grande vitalità e vivacità di questa città.
Ma Maresca ne parla in generale se un minuto dopo chiarisce come: «Non rispondo né replico al sindaco di Napoli, perché nonostante tutto è la massima istituzione cittadina e per me merita rispetto a prescindere».
Anche perché dopo il magistrato pensa ad aggiustare la mira e colpire non il sindaco uscente ma il suo diretto competitor Gaetano Manfredi, candidato del centrosinistra. «Siamo in una condizione drammatica, dalla quale possiamo tirarci fuori solo con progetti seri e mettendo da parte ogni falsità sulle condizioni della nostra città e - aggiunge - ho anche detto che Manfredi viene candidato a far rinascere Napoli da coloro che l'hanno ridotta in macerie, governando negli ultimi 30 anni».
Anche se poi i toni si abbassano perché lo scontro poi mira sulla fede calcistica. Per inciso azzurra per Maresca, bianconera per l'ex ministro. «Gaetano Manfredi non colorato (juventino, ndr)? Non me l'aspettavo e mi dispiace per lui. Avrà avuto, come me, un'infanzia difficile. Solo che poi ha risolto tutto mio padre portandomi - conclude intervenendo a Radio Marte - a vedere Maradona... A me le cose facili non sono mai piaciute. Lui avrà fatto un'altra scelta».
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