Comunali a Napoli, Maresca contro de Magistris: «Basta immobili occupati»

Comunali a Napoli, Maresca contro de Magistris: «Basta immobili occupati»
Il primo vero scontro della campagna per le prossime comunali è tra un aspirante sindaco e l'uscente. De Magistris contro il candidato di centrodestra Catello Maresca....

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Il primo vero scontro della campagna per le prossime comunali è tra un aspirante sindaco e l'uscente. De Magistris contro il candidato di centrodestra Catello Maresca. E poi da quest'ultimo una sciabolata a Gaetano Manfredi, il suo diretto competitor di centrosinistra, e, ancora, una controreplica a de Magistris. Il segnale, insomma, che la campagna elettorale è ormai partita. Ma i fuochi ieri mattina si accendono contro il sindaco uscente sulla questione dei centri sociali autogestiti che, per inciso, Maresca vuole sgomberare con la fine dei dieci anni della rivoluzione arancione.

«Se la priorità di Maresca non è la lotta alla camorra e lo spezzare i legami tra camorra e politica, ma fare la lotta ai centri sociali e ai ragazzi della nostra città, questa è una posizione di destra molto ideologica e conferma come la sua candidatura sia fortemente orientata in un certo perimetro politico», attacca ieri mattina Luigi de Magistris a radio Crc riferendosi alla posizione di Maresca: «rispetto delle regole», aveva detto, per quanto riguarda «l'occupazione di immobili del Comune da parte dei centri sociali». Che poi per de Magistris «non si tratta di occupazioni» perché «in questi anni nella gran parte dei casi giovani, centri sociali, esperienze di autogestione e autogoverno siano stati elementi di grande vitalità e vivacità di questa città. Penso che abbiano dato un contributo enorme sul piano culturale, di partecipazione dal basso, sulle lotte per l'acqua pubblica, i beni comuni, il contrasto alle diseguaglianze. Anche in pandemia c'è stato un loro contributo molto forte». Passa qualche ora e arriva la contro-risposta di Maresca. «Sulla storia dei centri sociali vale la pena spiegare che chi invade edifici pubblici e li occupava abusivamente per fini non leciti, bisogna chiamare la forza pubblica, far sgomberare e denunciare. Che siano centri asociali o componenti della bocciofila, per me che sono uomo di legge cambia poco», ribatte Maresca che aggiunge: «Un reato, se reato è, va perseguito. Ho spiegato che in un quadro di regole, di leggi, se uno Stato è serio e le fa rispettare, si tutelano i più deboli rispetto a quelli violenti e prepotenti. Se far rispettare la legge è di destra, allora sono di destra. Questi slogan, non si offenderà il sindaco, a me fanno ridere. Sulla lotta alla camorra e sui legami da recidere tra politica e camorra, ognuno la può pensare come crede. Su questo versante parla il mio lavoro. La gente, e soprattutto i giovani perbene, sanno che la mia preoccupazione principale da sempre è vedere Napoli ripulita da degrado urbano e morale. La camorra non è un male da contrastare ma un cancro da estirpare. E chi ne parla, come si dice a Napoli a schiovere, senza avere alcuna esperienza fatta, contribuisce ogni giorno ad aggravare la situazione. Anche qui i napoletani - attacca il magistrato in aspettativa - sanno distinguere i chiacchieroni dalle persone serie che hanno dato e continuano a dare la vita per queste battaglie».

Ma Maresca ne parla in generale se un minuto dopo chiarisce come: «Non rispondo né replico al sindaco di Napoli, perché nonostante tutto è la massima istituzione cittadina e per me merita rispetto a prescindere». 

Anche perché dopo il magistrato pensa ad aggiustare la mira e colpire non il sindaco uscente ma il suo diretto competitor Gaetano Manfredi, candidato del centrosinistra. «Siamo in una condizione drammatica, dalla quale possiamo tirarci fuori solo con progetti seri e mettendo da parte ogni falsità sulle condizioni della nostra città e - aggiunge - ho anche detto che Manfredi viene candidato a far rinascere Napoli da coloro che l'hanno ridotta in macerie, governando negli ultimi 30 anni».

Anche se poi i toni si abbassano perché lo scontro poi mira sulla fede calcistica. Per inciso azzurra per Maresca, bianconera per l'ex ministro. «Gaetano Manfredi non colorato (juventino, ndr)? Non me l'aspettavo e mi dispiace per lui. Avrà avuto, come me, un'infanzia difficile. Solo che poi ha risolto tutto mio padre portandomi - conclude intervenendo a Radio Marte - a vedere Maradona... A me le cose facili non sono mai piaciute. Lui avrà fatto un'altra scelta».

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Il Mattino