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Prima una visita al Santobono, poi l'iniziativa del suo partito per sostenere la candidatura dell'ex collega. È la giornata napoletana del ministro della Salute Roberto Speranza per Gaetano Manfredi. «È la persona giusta che può guidare Napoli in un tempo nuovo, con serietà, sobrietà, capacità e intelligenza».
E aggiunge: «Dobbiamo fare tutto il possibile perché Gaetano possa avere da subito il miglior risultato per queste elezioni. Penso che il nostro Sud abbia bisogno di coltivare virtù anche eroiche, di persone serie, perbene, preparate, che vogliono lavorare 24 ore al giorno per la propria comunità. Io ero seduto in Consiglio dei ministri a pochi metri da Gaetano e l'ho visto fare esattamente questo lavoro. Il nostro Mezzogiorno ha bisogno di queste figure», rilancia il ministro durante l'iniziativa politica organizzata da Articolo 1 nella Domus area di Santa Chiara.
In platea ci sono, a supportare Manfredi, tra gli altri il senatore Sandro Ruotolo, lo scrittore Maurizio De Giovanni, il filosofo Eugenio Mazzarella e un gruppo di operai della Whirlpool («Perdonateci per i disagi ma combattiamo per il nostro lavoro», si scusa uno di loro Massimo Quintavalle). «Napoli è la terza città d'Italia - aggiunge Manfredi - non ci deve meravigliare che vengano i leader nazionali, per troppo tempo non è venuto nessuno ma ora è un'altra stagione.
Ma anche ieri il convitato di pietra rimane il governatore De Luca. Con Manfredi che, ancora una volta, media e difende a spada tratta l'ex sindaco di Salerno. «De Luca ha un suo modo di intervenire, ma parla di fatti concreti. Quando ha parlato del problema mascherine e di attenzione ha fatto bene», sottolinea Manfredi.
Più freddo invece il ministro da settimane al centro degli attacchi di De Luca sulla gestione Covid. «L'ordinanza di De Luca? Io penso che di fronte a una pandemia bisogna lavorare sempre insieme. Lo Stato, le istituzioni, il Governo, i commissari, i presidenti di Regione, chi amministra a livello territoriale. Dobbiamo lavorare insieme perché c'è un solo avversario, che è il virus», aggiunge Speranza senza abbandonare il bon ton ministerial-istituzionale. Poi però i cronisti lo incalzano sulla polemica scoppiata su Ravello e l'ha coinvolto perché dal governatore è arrivato un niet alla presentazione del libro di Saviano e proprio di Speranza. Vicenda che ha costretto alle dimissioni il direttore Antonio Scurati. E qui Speranza non può nascondere il gelo: «Io penso che del dibattito pubblico, degli intellettuali e del confronto non bisogna mai avere paura. Questa è la mia linea».
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