Comune di Napoli, ultimatum della Sinistra: «Sul bilancio stampelle dannose»

Comune di Napoli, ultimatum della Sinistra: «Sul bilancio stampelle dannose»
La tensione a Palazzo San Giacomo è altissima. In vista del bilancio, in una situazione già estremamente delicata dal punto di vista amministrativo e finanziario, ci...

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La tensione a Palazzo San Giacomo è altissima. In vista del bilancio, in una situazione già estremamente delicata dal punto di vista amministrativo e finanziario, ci si mettono gli strappi politici, gli addii, le delusioni e le giravolte tipiche di fine consiliatura (soprattutto quando si tratta di secondo mandato). Mentre il sindaco de Magistris, come ha sottolineato in un'intervista rilasciata al Mattino, richiama «ad un senso di responsabilità i consiglieri comunali ad approvare il documento finanziario» l'aula cambia forma. Della maggioranza arancione, già risicata, sono rimaste solo macerie.

Gli ultimi sono quelli di Rosario Andreozzi ed Elena De Gregorio, che hanno lasciato demA per approdare nel gruppo che si chiamerà Napoli in Comune a sinistra-ecologista e democratica. Una compagine, quella della sinistra, cannibalizzata negli anni, che diventa oggi il primo gruppo a livello numerico del Consiglio. Oltre a chi già c'era: Elena Coccia, Chiara Guida, Sandro Fucito e Mario Coppeto, si aggiungono appunto Andreozzi e De Gregorio. Al veleno la reazione di Laura Bismuto, vicina alla candidata a sindaco Alessandra Clemente. «Mi gira un po' lo stomaco - scrive sui social - a sentir parlare di sinistra, di ideali, di coerenza, da gente che, in questi ultimi 5 anni di amministrazione de Magistris, ha giocato ad assopigliatutto e ha pure vinto».

A fotografare la situazione di difficoltà della maggioranza, o quel che ne resta, è Mario Coppeto, capogruppo della sinistra, che ha convocato per lunedì prossimo un incontro con i suoi, in cui si parlerà del bilancio sul piano politico, ma anche tecnico. «Per quello che mi riguarda - spiega Coppeto - il sindaco ci deve far capire su quale maggioranza può contare per approvare il bilancio. Chiedere una mano alla destra, in questo momento, non sarebbe capito da nessuno. Visto che la maggioranza ha meno di 18 sì, rispetto a dicembre scorso. E incassare il supporto della destra, a due mesi dalle elezioni, sarebbe rovinoso per la sinistra e il centrosinistra che vogliamo costruire». 

Un addio che si era invece già consumato da oltre un anno è quello di Nino Simeone, che però ieri ha incassato un bel sigillo di ceralacca dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Simeone, che si è dimesso pochi giorni fa dalla presidenza della commissione Mobilità di via Verdi, è stato nominato dal governatore suo consigliere nelle materie afferenti al trasporto pubblico locale di linea e non di linea. Simeone, oggi consigliere comunale, è stato eletto nel 2016 nella lista civica De Magistris sindaco, per poi passare ad un gruppo autonomo, denominato Agorà, nel gennaio 2018. Ha lasciato la maggioranza arancione poco dopo diventando una spina nel fianco dell'amministrazione. È stato candidato nella lista De Luca presidente alle ultime regionali, piazzandosi come terzo dei non eletti (oggi secondo dei non eletti, dopo le dimissioni di Lucia Fortini, nominata poi da De Luca assessore in giunta). «Sono sinceramente soddisfatto» ha commentato Simeone.

Il primo cittadino, seppur tenti di lanciare messaggi e appelli di responsabilità all'aula, continua a perdere inesorabilmente pezzi. Resta la preoccupazione di non arrivare alla fine del mese, dopo la bocciatura della Corte Costituzionale allo spalmadebiti previsto in 30 anni, obbligando gli enti locali a risanare il disavanzo entro il 2021. «Non è una questione di vendere i propri beni - ha ribadito ieri de Magistris - se il governo non interviene la situazione è drammatica, non seria. Io mi riconosco in pieno nelle parole del presidente dell'Anci Antonio Decaro. Non è un tema di Napoli, con la sentenza della Corte Costituzionale saltano tra i 1500 e i 2mila Comuni in Italia, molti al Sud, gli altri vanno in rianimazione politica e istituzionale». 

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Il Mattino