Comune di Napoli, il ritorno lampo di Mancuso: ora è consulente del sindaco

L'ex assessore conserva un suo ufficio a Palazzo San Giacomo e il suo staff

Paolo Mancuso
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«Me ne vado o non me ne vado? Mi dimetto o resto?». Dopo un tira e molla durato 5 mesi nel corso dei quali ha proposto al sindaco Gaetano Manfredi - assieme al segretario cittadino del Pd Marco Sarracino fino all'ultimo giorno cioè il 17 gennaio - improbabili sostituti di se stesso, l'ex assessore e presidente provinciale dei democratici Paolo Mancuso viene recuperato dall'ex rettore come consulente - a titolo gratuito - ancora nel settore rifiuti e ambiente. Una vicenda farsesca, se si considera che da settembre Mancuso aveva manifestato la sua voglia di dimissioni in quanto ci sarebbe una presunta incompatibilità, atteso che un suo parente è un pm nella Procura napoletana. La sostanza del ragionamento era il controllato può essere anche controllore? Ira la domanda è un'altra: il ruolo da consulente del Comune, con le stesse deleghe che aveva da assessore azzera eventuali conflitti di interessi? È sufficiente non percepire lo stipendio per scacciare le ombre che Mancuso stesso ha disseminato motivando così le dimissioni? Fatto sta che il comunicato del Comune arrivato ieri sera è un fulmine a ciel sereno, o per meglio dire, tra i provvedimenti più inattesi possibili, i quotisti lo avrebbero dato come la Cremonese vincente del campionato di serie A. Tuttavia la politica è il regno del possibile e tutto può accadere soprattutto se di mezzo ci sono ruoli importanti. «Il Sindaco Gaetano Manfredi - si legge nella nota del Comune - ha nominato Paolo Mancuso quale proprio consigliere, a titolo onorifico, in materia di transizione ecologica». Quindi la spiegazione della scelta: «Considerando l'importanza strategica della transizione ecologica per la promozione e lo sviluppo della città nell'ambito del Pnrr, la nuova nomina consentirà all'Amministrazione di continuare ad avvalersi del proficuo contributo di Mancuso nelle attività da realizzare per la costruzione di un futuro sostenibile». E ancora: «Il contributo esperto di Mancuso, che riferirà periodicamente ed esclusivamente al Sindaco, consentirà di affrontare al meglio le molteplici esigenze connesse all'attuazione degli indirizzi strategici dell'ente in tema di sostenibilità e trasformazione della città». Insomma, un assessore ombra manlevato dal potere di firma ma che come tutti gli assessori riferisce direttamente al primo cittadino. Mancuso - a quanto trapela - conserva un suo ufficio a Palazzo San Giacomo (chissà se è il suo vecchio ufficio rimasto vuoto) e il suo staff, che mai è andato via dopo le dimissioni del presidente del Pd.

È chiaro che le pressioni sul sindaco da parte del Partito democratico sono molto potenti, soprattutto in questa fase precongressuale più confusionaria del solito, dove il partito più grosso della maggioranza di Manfredi non riesce nemmeno a stabilire la data dei congressi locali per mancanza di aspiranti segretari almeno a oggi. Il Pd prenota - legittimamente - quella poltrona, gli tocca perché era sua a livello politico il patto con il sindaco era questo fin dal giorno delle elezioni comunali. Ma allo stesso tempo va ricordato che da settembre fino al 17 gennaio quando si è formalmente dimesso Mancuso i dem non sono stati capaci di dare a Manfredi un nome condiviso e in seconda battuta - ancora più importante - un profilo che convincesse il sindaco. Manfredi si è affidato al gruppo consiliare ed è prevalsa la la posizione di chi ha proposto di aspettare la stagione dei congressi e nel frattempo cercare una figura più dinamica capace di stare sui territori. In questa giostra impazzita Vincenzo Santagada ha ereditato la delega di Mancuso, quando dovrà prendere provvedimenti s dovrà rivolgere al sindaco oppure chiedere a Mancuso che si occupa delle stesse cose? 

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Il Mattino