Dalle nebbie del passato - quelle dei tanti commissariamenti di cui Napoli è stato oggetto negli 40 anni - spuntano fuori altri 260 milioni di debiti. Una bomba esplosa...
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La sostanza è che le parole del sindaco all’indomani dell’approvazione del bilancio previsionale 2018-2020 - dove oltre al Cr8 ci sono le rate da pagare per il debito complessivo di oltre 1,6 miliardi - sono ora ancora più chiare: «Un bilancio per l’anno 2018 senza tagli, senza mettere in liquidazione Anm, senza cedere i gioielli della città, anche se costretti a mettere a garanzia per l’usura di Stato alcuni immobili che faremo di tutto per non vendere se si creeranno determinate condizioni amministrative, giuridiche e normative alle quali dobbiamo lavorare». Senza legge speciale - il ragionamento dell’ex pm - per Napoli e per i tanti Comuni che versano nelle stesse condizioni del municipio napoletano, sarà difficile tirare anche solamente a campare fino al 2021. Questo il quadro della situazione, con l’assessore al Bilancio Enrico Panini che sulla all’epoca dell’approvazione del previsionale stiamo parlando di poco più di un mese e mezzo fa fui ancora più chiaro di de Magistris: «Senza un intervento legislativo la situazione sarà sempre al limite». La cifra dei 260 milioni, fanno sapere dal Comune, è approssimata al ribasso, perché la ricognizione che dovrebbe essere ultimata prima di andare in Aula per mettere al corrente i Consiglieri comunali su come stanno le cose, potrebbe essere ritoccata al rialzo. Giova ricordare che il Comune ha potuto chiudere il bilancio previsionale solo perché sono state messe a bilancio corpose dismissioni straordinarie del patrimonio immobiliare. Come il Palazzo del Consiglio comunale. Che solo sulla carta sono una copertura, dal 2019 e quindi tra sette mesi devono produrre liquidità. E il trend delle vendite del patrimonio negli ultimi 20 anni, da quando se ne parla è molto basso. Spiccioli rispetto al raggiungimento entro il 2020 di cifre che sfiorano i 300 milioni. De Magistris sul futuro sommette su una legge speciale contro il cosiddetto «debito storico» o «ingiusto» e nutre speranze nel nuovo Parlamento e Governo. Dove ha come dirimpettai quelli del M5S e della Lega, con entrambi i rapporti non è che siano idilliaci. Con i grillini non c’è sintonia politica e nessuna alleanza ma almeno i pentastellati hanno prodotto un testo a sostegno dei Comuni che va nella direzione auspicata da de Magistris, un calcolo, quello del M5S di convenienza teso a salvare Comuni da loro amministrati come Roma e Torino che sono i due più grossi. Molto ma molto più problematico per non dire inesistente il rapporto con la Lega e con il capo Matteo Salvini che ha addirittura querelato de Magistris. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino