Il condono - è una legge dello Stato e i Comuni la devono solo applicare - è un affare, per Palazzo San Giacomo, perennemente in bolletta, in particolare....
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«Edilizia esistente e zone vincolate» è il titolo rettificato. Lo stesso Cecere spiega: «Le strumentalizzazioni politiche sulla prima locandina non le voglio commentare. È chiaro che il riferimento era a chi ha fatto richiesta di condono da 30 anni e aspetta una risposta che potrebbe finalmente arrivare grazie all'iniziativa dell'ex assessora Alessandra Sardu che ha reclutato tecnici esterni per smaltire le pratiche di migliaia di cittadini». Il xonsigliere comunale poi conclude: «A chi si agita ricordo che la zona del Parco delle Colline che comprende Chiaiano, Camaldoli e Pianura nonostante l'abusivismo è considerata dal ministero dell'Agricoltura tra i 113 siti nazionali dove l'habitat ha conservato il suo stato originario. È chiaro che lì o si condona o si abbatte, certo non si può costruire».
Nella sostanza ci sono cittadini che almeno da un quarto di secolo vivono da irregolari e aspettano risposte. Si tratta di richieste di condono nelle «zone vincolate», sono circa 23mila, mentre la restante parte è catalogata alla voce degli abusi in «aree non vincolate». Come si diceva il Comune potrebbe incamerare dai 100 ai 150 milioni in pochissimo tempo. Invece a Palazzo San Giacomo - quando va tutto bene - si lavorano un migliaio di pratiche l'anno. Mancanza di personale, disorganizzazione, dirigenti non sempre all'altezza, provocano rallentamenti. Se a questo si aggiunge che gli abusi in zone vincolate passano anche per la Sovrintendenza il quadro si complica ancora di più. Un tema che anche alla Corte dei Conti non è sfuggito. Le bacchettate arrivate dalla magistratura contabile al Comune sul condono sono state sonore, perché da questa voce Palazzo San Giacomo incassa più o meno 3 milioni l'anno a fronte di pratiche che ne valgono almeno 5 volte di più.
Per questo motivo la Sardu si inventò la task force esterna, professionisti da pescare in un albo creato appositamente che sarebbero stati pagati con i ricavi del condono stesso. Gente che dovrebbe iniziare a lavorare proprio in questo mese, non si configurano come un esercito, si tratterebbe di una quindicina di rinforzi, che comunque potranno iniziare a dare un senso più dinamico allo smaltimento delle pratiche di condono. Le cosiddette «unità tecniche esterne all'amministrazione» sono composte da ingegneri, architetti, geometri e periti con specifiche competenze in materia di condono edilizio».
Andiamo ai numeri e vediamo come stanno le cose. Nel 1985 le richieste di condono dei napoletani furono 51.854; nel 1994 24.314 nel 2003 8741 per un totale di 85mila 300. Di cui 25.600 in zona vincolata, più o meno un terzo. Dal 1985 al 2006 ne sono state smaltite un valore di circa 16 milioni, dal 2007 al 2013 sono arrivati ben 97 milioni e sono state smaltite circa 55mila pratiche. Un'accelerazione dovuta all'autocertificazione messa in campo a partire proprio dal 2007, all'epoca il sindaco era Rosa Russo Iervolino. Dal 2013 al 2016 - sindaco è de Magistris - tuttavia Palazzo San Giacomo ha incassato poco meno di 10 milioni e basta. E sono rimaste inevase le pratiche per gli abusi in zone vincolate. Concentrati nelle aree dei Campi Flegrei, Parco delle Colline, Posillipo e Agnano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino