Consiglio comunale di Napoli, l'esercito dei trasformisti: da un partito all'altro per la poltrona

Consiglio comunale di Napoli, l'esercito dei trasformisti: da un partito all'altro per la poltrona
Liquido che più liquido non si può, al punto da cambiare non solo la forma, ma anche il colore. La sostanza è che il Consiglio comunale di Napoli non ha...

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Liquido che più liquido non si può, al punto da cambiare non solo la forma, ma anche il colore. La sostanza è che il Consiglio comunale di Napoli non ha più come nota predominante l'arancione, ma tante nuance di vari colori che messi assieme formano un informe guazzabuglio cromatico e politico. Eccola l'assemblea cittadina della terza città d'Italia appesa a trasformismi trasversali dove i cambi di casacca sono all'ordine del giorno. Un dinamismo che però non porta mai a dei veri cambiamenti - soprattutto per i napoletani - perché alla fine tutti, al di là della formazione politica nella quale si sono spostati, hanno a cuore una sola cosa: mantenere lo scranno in Aula. Capita così che il sindaco Luigi de Magistris continui a governare senza una maggioranza. Un fenomeno che regolarmente si manifesta con maggiore vigore alla vigilia di tornate elettorali significative e quella che sta per arrivare - probabilmente a settembre - riguarderà le regionali.


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Partiamo dalle ultimissime novità, alcune delle quali saranno formalizzate nel Consiglio comunale di domani che torna dal vivo nella storica Sala dei Baroni. Nasce il gruppo renziano di Italia Viva con tre consiglieri tolti a de Magistris. Si tratta di Gabriele Mundo, Carmine Sgambati e Manuela Mirra. Mundo nasce socialista, poi come tanti di quella stagione politica passa in Fi a sostegno di Stefano Caldoro. Nella prima consiliatura di de Magistris scoppia la scintilla con l'ex pm. Così lo appoggia - allora come adesso - nell'ultima fase sostenendo la maggioranza. Nel 2016 viene eletto nella lista de Magistris sindaco di Napoli. Un paio di anni dopo si consuma il primo strappo quando nasce il gruppo demA, lui si sfila, ma resta in maggioranza e fonda i «Riformisti democratici». Il resto è storia di questi giorni, molla il sindaco e va in Iv con la fondata speranza di ottenere la candidatura alle regionali. Sempre in Iv c'è Sgambati, ex fedelissimo del sindaco eletto nella stessa lista di Mundo declina l'invito di entrare in demA e fonda con Nino Simeone e Ciro Langella il gruppo Agorà. Poi la storia con il sindaco fatta di vero affetto finisce per una brutta storia di promesse non mantenute dallo stesso sindaco.
 

Si diceva di Ciro Langella che viene eletto nel 2016 in Prima Napoli a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri. L'industriale non ce la fa e Langella abbraccia de Magistris e vola nel gruppo Agorà. Gruppo che poi si scioglie. Ora Langella è nel gruppo misto. È di strettissima attualità il passaggio di Diego Venanzoni dal Pd al gruppo La Città, formazione politica vicina al governatore De Luca. Venanzoni nasce politicamente in An molti anni fa, poi vira verso il Pd. Entra in Aula in questa consiliatura dopo le dimissioni di Valeria Valente eletta al Senato. Lo strappo con il Pd si consuma sulla gestione del rapporto tra i dem e il sindaco. E veniamo al veterano del Consiglio Comunale Enzo Moretto. Moretto, ex Msi poi An, quindi approda in Fratelli d'Italia-An. Si candida, però, alle comunali del 2016, con la civica Prima Napoli pure lui a sostegno di Lettieri. È in seguito alle dimissioni dell'imprenditore che Moretto è riuscito a entrare in Aula dove si mette al collo la medaglia di primo esponente leghista nell'Assise cittadina. «Nessuno dica che è un cambio di casacca, perché non lo è» disse esattamente a ottobre di due anni fa.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino