Consulenze e staff, scatta l'infornata nella città metropolitana di Napoli

Consulenze e staff, scatta l'infornata nella città metropolitana di Napoli
Per la prima volta da quando è stata istituita arrivano gli staffisti - 16 inizialmente - in Città metropolitana. Non l'unica novità, perché ci...

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Per la prima volta da quando è stata istituita arrivano gli staffisti - 16 inizialmente - in Città metropolitana. Non l'unica novità, perché ci sarà spazio anche per consulenti esterni e crescerà la parte apicale dei dirigenti interni con l'introduzione di 4 macroaree di coordinamento dell'ente che avranno ciascuna un suo superdirigente. Questo l'esito del Consiglio metropolitano di ieri nella storica sala di Santa Maria la Nova. Una superinfornata con la quale l'ex Provincia si omologa a tutti gli altri enti locali. Alla base c'è un accordo politico-istituzionale trasversalissimo - con il quale il sindaco anche metropolitano Luigi de Magistris governa dal 2016. Un patto di ferro che include tutte le forze politiche, dal Pd a Forza Italia, con gli arancioni protagonisti. Si sono tirati fuori i grillini, l'unico consigliere pentastellato non si è presentato, e David Lebro, consigliere metropolitano eletto con de Magistris e ora in orbita del Pd, ma che in Città metropolitana non sta con il gruppo dei democrat. Ieri i presenti erano 17, le delibere sono passate con 12 voti a favori, uno contrario, quello di Lebro, e 4 astensioni tra Fi e Pd. Nei democrat il sindaco di Meta di Sorrento Giuseppe Tito ha votato per esempio a favore. Astensioni «tattiche» arrivate un po' per equilibri interni ai gruppi, un po' per ripicche personali tra i consiglieri, ma sugli staffisti nessun niet. Tanto che il capogruppo democrat Iossa, tra gli astenuti, ha dichiarato che la sua astensione è dovuta «a dubbi sulle modifiche alle strutture dell'ente, non per gli staffisti che servono per dare una mano ai consiglieri metropolitani».

 
Perché 16? In realtà si tratta di 8 contratti che verranno divisi per due arrivando così a 16 part time. Costeranno di qui al 2021 - quando scadrà il mandato di de Magistris - tra i 600mila e gli 800mila euro, dipenderà dalle figure che si sceglieranno: sostanzialmente da quanti laureati specializzati saranno reclutati rispetto a chi ha competenze meno onerose. Tecnicamente li individuerà il sindaco e li nominerà il capo di gabinetto. A proposito, con le modifiche regolamentari varate dal Consiglio metropolitano da oggi de Magistris indicherà formalmente Pietro Rinaldi come capo di gabinetto. I più maligni sostengono che il nodo staffisti, da sempre richiesti dai consiglieri, si è sciolto solo quando il Consiglio ha dato il via libera a un'altra facoltà attribuita al sindaco metropolitano, quella di nominare appunto il capo di gabinetto. Oltre che il direttore generale e il segretario generale e i consulenti quali figure anche esterne. Gli staffisti, sempre tecnicamente, saranno indicati nel numero di 5 dal sindaco e di 3 dal vicesindaco metropolitano Salvatore Pace, anche lui arancione. Sarà poi il capo di gabinetto di concerto con sindaco e vice a smistarli anche ai gruppi consiliari. Chiarito il contesto, va sottolineato che le modifiche sono perfettamente legittime e sostanziate da volontà politiche molto larghe. Inoltre, nella ex Provincia, queste figure ci sono sempre state. Anche qui va ricordato - tuttavia - che all'epoca la Provincia aveva una giunta con degli assessori. Il ragionamento fatto in Città metropolitana è che l'ente sta crescendo, ha le casse piene e si appresta a varare un piano strategico da 400 milioni che andranno distribuiti a tutti i 92 comuni della provincia e che avranno ricadute su 3,5 milioni di cittadine e cittadini e c'è necessità di forze fresche e competenze.


Lo stesso discorso ha indirizzato le modifiche della struttura amministrativa dell'ente e la scelta di concedere l'opzione al sindaco di promuovere consulenze anche esterne. Queste ultime serviranno su due fronti: il primo è quello dei trasporti, la partita con la Regione sulle gare e i lotti investe Napoli e pesantemente la Città metropolitana. Serve una professionalità che conosce la materia e che abbia lo spessore di esprimere pareri inequivocabili. Il secondo fronte è quello del piano strategico dove servono i pareri degli ordini professionali: dagli ingegneri agli architetti, passando per gli economisti, per sostanziarlo.
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Il Mattino