Coronavirus a Napoli, caso sospetto alle Fontanelle: la moglie del paziente si sdraia in strada

Una donna è distesa, senza urlare né proferire una parola, sul selciato al centro della carreggiata. Tutt’intorno desolazione, auto in sosta e gente che...

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Una donna è distesa, senza urlare né proferire una parola, sul selciato al centro della carreggiata. Tutt’intorno desolazione, auto in sosta e gente che osserva esterrefatta da balconi e finestre. Sono da poco passate le 17 in via Fontanelle, quando va in scena la disperazione. Quella di una persona in preda al panico per il compagno probabilmente (per ora siamo nel campo delle ipotesi, in attesa del responso dei medici) affetto da Covid-19. L’episodio è avvenuto all’altezza del civico 134, dove R. M., un extracomunitario di nazionalità pakistana, è rimasto per oltre 24 ore chiuso in casa, un piccolo terraneo, con febbre alta. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo era rientrato pochi giorni fa da Bologna, dove era andato per farsi curare da una patologia tumorale al fegato, per la quale era in attesa di un trapianto. Rientrato a Napoli l’immigrato ha manifestato i primi possibili sintomi di Coronavirus, in primis un’elevata temperatura corporea.

 
Ma nonostante la compagna, di origini polacche, avesse più volte chiamato soccorsi nessuno era riuscito a intervenire, a causa delle lunghe liste d’attesa. Finalmente nel tardo pomeriggio di oggi solo il tempestivo intervento di alcuni residenti e di un medico di base del rione, che ha prontamente adottato tutti i protocolli per avvicinarsi all’ammalato, ha fatto sì che arrivassero i mezzi di emergenza e le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti così medici e infermieri del 118 e un pattuglia della polizia di Stato. Impauriti i residenti dal rischio contagio, ma umanamente colpiti dall’esasperazione della donna, hanno tirato un sospiro di sollievo all’arrivo della volante e degli operatori sanitari, che hanno prelevato l’uomo dalla sua abitazione. A dare l’allarme erano stati proprio i cittadini delle Fontanelle, che avevano diffuso la notizia sui social per una giusta causa: aiutare quell’uomo e la compagna e salvaguardare la salute pubblica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino