Hanno paura ma continuano a lavorare con tenacia e professionalità gli infermieri dell'ospedale Cardarelli che in queste settimane hanno vissuto in prima linea il nuovo...
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«Siamo stati profeti di quello che sarebbe accaduto – affermano – e la nostra preoccupazione cresce di giorno in giorno. Cinque infermieri e un operatore della medicina d'urgenza sono positivi ma purtroppo questo è solo l'inizio. È vero che l'azienda sta predisponendo tamponi per tutti, ma è altrettanto vero che ci sentiamo in pericolo perché il numero dei contagiati è in crescita. Noi siamo esseri umani e, anche se una volta indossata la divisa cerchiamo di contenere la paura, l'uomo non può sempre scindersi dal professionista. Siamo stati elogiati dalla politica nazionale e dalla politica locale, ma continuiamo a sentirci abbandonati».
Proprio per questi motivi, e dopo ormai sette mesi dall'inizio della pandemia, gli stessi operatori si dicono esausti e “scarichi”. Una condizione di tensione e pressione professionale che in molti di loro ha provocato stress psicologico.
«Stiamo veramente “scoppiando”, qui c'è gente che tra poco andrà in analisi perché ci troviamo ogni giorno in trincea e abbiamo paura di portare il virus a casa. Abbiamo tutti famiglia e il terrore è anche per i nostri cari. Per quelli che dovremmo proteggere e che invece temiamo di mettere in pericolo. Ci sentiamo veramente soli e continuare così non è affatto facile».
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Il Mattino