Arrivano a quota 295 - nuovo record dall’inizio dell’epidemia - i nuovi positivi a Covid-19 di ieri: sono 50 più del giorno prima a fronte di un numero di...
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Tutte condizioni che spingono l’Unità di crisi della Campania a tenere bene accesi i riflettori con monitoraggi continui a cui corrispondono una serie di misure (obbligo delle mascherine all’aperto, stretta sui rientri dai viaggi all’estero, restrizioni alla movida) per correggere al ribasso l’attuale trend. Il punto è stato tracciato in un webinar a cui hanno partecipato i direttori generali di Asl e ospedali e i dirigenti dell’assessorato con il coordinamento di Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del governatore De Luca. Fari accesi soprattutto sul versante ospedaliero per rendere chiari e omogenei i percorsi e i controlli di accesso in ospedale dei pazienti non Covid o con sintomatologia sospetta. L’obiettivo è evitare di ingolfare i pronto soccorso. La riunione è stata conclusa prima di dipanare i nodi che riguardano la medicina di famiglia. Su questo fronte si vince o si perde la partita autunnale contro il Coronavirus. Quando un paziente ha la febbre infatti chiama il proprio medico. Questo prenota il tampone ma intanto ha l’esigenza di effettuare un prelievo e misurare la saturazione di ossigeno per fare una prima diagnosi per capire di cosa si tratti tra influenza, infezione batterica o Covid-19. Da qui gestire le prime cure facendo filtro all’accesso in ospedale. Filtro che per funzionare ha bisogno di integrazione e percorsi ben codificati. Al lavoro c’è il gruppo di tecnici dell’unità di crisi che starebbe scrivendo in queste ora i percorsi da seguire ma senza sentire i medici.
Una delle esigenze, emerse nel corso del confronto, è individuare strutture sanitarie a bassa intensità di cura gestite da infermieri e operatori sociosanitari sotto la regia di un medico in cui garantire da un lato la quarantena a soggetti asintomatici o poco sintomatici che non abbiano condizioni abitative idonee alla quarantena e a rischio di diffusione intrafamiliare del contagio (che oggi prevale) e dall’altro consentire le dimissioni protette di pazienti guariti clinicamente ma non ancora negativizzati al Coronavirus che occupano attualmente impropriamente decine di posti in ospedale. Alcune Asl hanno già allestito a questo scopo ospedali dismessi o declassati (l’ospedale di Teano a Caserta con 21 posti letto attivato tre giorni fa ad esempio). In altre Asl sguarnite si pensa invece di riattivare i protocolli di collaborazione con la ospedalità accreditata dotata di personale e posti letto già allestiti in primavera.
Intanto nella città capoluogo, che nell’ultima settimana ha scontato veri e propri picchi di nuovi casi, si contano 93 nuovi contagi su 1.456 tamponi (il 6,39%). In città sono 23 i guariti e dei 93 nuovi casi 29 sono stati individuati con tamponi domiciliari di contatti di precedenti positivi, 12 dopo test richiesti dai medici di famiglia (sintomatici), cinque da screening sierologici privati e due sono l’esito di tamponi di screening di viaggiatori.
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Il Mattino