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Sono 720 i camici bianchi - individuati tra medici e operatori sanitari in prima linea nei Covid center e tra i “vaccinatori” che dovranno poi attuare il piano regionale a partire dai primi giorni di gennaio 2021 - che si sono fatti avanti, su base volontaria, per ricevere la prima dose di vaccino anti-Covid distribuita in Campania domenica 27 dicembre. Coinvolta anche una prima Residenza per anziani (Rsa) del napoletano. Tutto pronto dunque per il V-Day, una giornata dimostrativa e simbolica celebrata in tutti Europa per fare da viatico al piano vaccinale vero e proprio che partirà nei primi giorni di gennaio.
Tra i primi a porgere il braccio già domenica prossima c’è Angelo Sorge, chirurgo, dirigente medico responsabile dell’hernia center presso la Day surgery del San Giovanni Bosco. «Se sono pronto a vaccinarmi? Prontissimo ma soprattutto ho un grande desiderio di tornare a lavorare». La struttura guidata da Sorge è un’eccellenza del ramo, premiata dalla Regione per la buona sanità un anno fa, riconosciuta a livello nazionale come centro ultraspecialistico attratto di malati da tutta Italia e anche dall’estero. Un’unità dove viene trattata l’ernia inguinale con un’innovativa tecnica, ribattezzata con il nome del chirurgo napoletano che l’ha messa a punto, che scongiura il rischio di recidive e dolore cronico. «Ho colto questa opportunità - aggiunge Sorge - per dare un segno responsabile. Il mio è un desiderio di rinascita per la Sanità campana.
Le prime vaccinazioni antiCovid di domenica coinvolgono una ventina di camici bianchi per ogni struttura che hanno raccolto l’invito non solo a Napoli. In città le prime sedute sono programmate all’Ospedale del mare, al Cardarelli, al Cotugno e al Monaldi mentre nelle altre province presso le principali aziende ospedaliere. Il Piano vaccinale vero e proprio scatterà nei primi giorni del 2021, già prima della Befana quando ad accendere i motori saranno i 27 centri hub identificati nella rete campana. Il primo lotto delle Pfizer è di 140 mila dosi destinate alla Campania per la prima somministrazione destinata a personale sanitario e sociosanitario di strutture pubbliche, private e accreditate compresi autonomi, convenzionati, dentisti. Le fiale aumenteranno a 250 mila per il secondo lotto necessario per il richiamo e per iniziare ad allargare la profilassi alle strutture per anziani. Via via saranno coinvolte le altre fasce di popolazione fragile. Esclusi sono solo quelli che si sono già ammalati e che si presuppone immunizzati. In realtà in molti, anche medici, ammalatisi durante la prima e seconda ondata, non hanno invece sviluppato anticorpi e rivendicano a gran voce l’accesso alla vaccinazione anche in prima battuta. In prima linea su questo fronte scende in campo la Cisl medici «Sarebbe gravissima l’esclusione di soggetti potenzialmente a rischio con conseguenti ricadute, sotto il profilo civile e penale, per coloro che dovessero rendersi responsabili».
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Il Mattino