Ricoveri ordinari sospesi e reparti vuoti all'ospedale Santa Maria della Pietà di Casoria. Sembra una contraddizione rispetto a quello che accade un po' dappertutto...
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LA RETE
«Per nostra natura e anche strutturalmente abbiamo la possibilità di assicurare la prima linea di assistenza dedicata unicamente a malati non infetti dal Coronavirus, a quelli cioè dimessi dalle strutture pubbliche in cui attualmente sono ricoverati, in considerazione anche del fatto che tutti i presidi sulla terraferma che afferiscono all'asl territoriale, la Napoli 2 Nord, sono stati riconvertiti per accogliere pazienti Covid-19», conclude il direttore generale del presidio casoriano, struttura inserita anche nella rete oncologica per il trattamento chirurgico dei tumori del colon e della prostata ma con casistiche importanti pure per altre patologie tumorali, tra cui stomaco, rene e retto. Fermo restando, comunque, l'aiuto da parte della Regione a reperire preventivamente presidi e dispositivi di protezione individuali e di farmaci dichiarati utili nella lotta al Coronavirus, la struttura di via San Rocco è pronta eventualmente a scendere in campo anche per garantire la cosiddetta terza linea di assistenza, che riguarda i pazienti clinicamente guariti dal Covid-19 ma che devono attendere 14 giorni dalla scomparsa dei sintomi per verificare, con due tamponi a distanza di 48 ore, la negatività al virus.
L'ospedale di Casoria - 115 posti letto con unità operative di Medicina, Cardiologia, Gastroenterologia, Oncologia, Urologia, Chirurgia generale e mininvasiva, Oculistica e Otorinolaringoiatria - in ottemperanza a disposizioni regionali è stato costretto prima a sospendere, insieme con tutti gli altri ospedali regionali, anche pubblici, le attività ambulatoriali e poi dal 12 marzo anche i ricoveri programmati, sia medici che chirurgici, ad eccezione di quelli con carattere d'urgenza e non differibili. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino