Coronavirus in Campania, ecco il piano della Regione: fondi Ue per i più deboli

Coronavirus in Campania, ecco il piano della Regione: fondi Ue per i più deboli
Oggi a mezzogiorno, rigorosamente in videoconferenza, incontro tra la Regione, sindacati e industriali. Ma la priorità, in questo momento, come annuncia ieri il governatore...

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Oggi a mezzogiorno, rigorosamente in videoconferenza, incontro tra la Regione, sindacati e industriali. Ma la priorità, in questo momento, come annuncia ieri il governatore De Luca. è una manovra per le categorie più disagiate. Passando per una riprogrammazione dei fondi europei non ancora partiti anche se occorre un ok preventivo del governo e poi di Bruxelles. Ma servono anche, per tagliare i tempi della burocrazia per l'erogazione dei fondi, poteri commissariali alle Regioni.

 
«Stiamo definendo la piattaforma del Piano Sociale e abbiamo sollecitato il Ministero ad approvare la riprogrammazione del Fondo sviluppo e coesione, per rendere disponibili fondi per gli interventi di natura sanitaria e sociale», spiega il governatore che aggiunge: «Siamo in attesa delle decisioni del governo per il bonus ai professionisti: bisogna evitare duplicazione di interventi e stiamo verificando con i comuni i destinatari scelti per l'utilizzo dei fondi nazionali destinati agli enti locali». In pratica palazzo Santa Lucia attende di capire dal governo, quasi sicuramente oggi, quali saranno e come saranno erogate le misure nazionali per evitare sovrapposizioni.

 
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Ma ora, è il ragionamento del governatore, è prioritario l'aiuto alle famiglie meno abbienti e le categorie sociali disagiate. «Siamo impegnati a recuperare tutte le risorse indispensabili per dare sostegno in primo luogo ai pensionati al minimo, alle famiglie con disabili, e giovani professionisti e contiamo di poter presentare il Piano Sociale entro questa settimana». Mentre è in corso un'interlocuzione con il governo e la Regione ha spedito una serie di sollecitazioni. Per De Luca, infatti, sono necessarie (ma serve una norma nazionale) «una proroga del pagamento dei canoni delle concessioni demaniali per i balneatori, l'inserimento della filiera culturale e libraria nei settori protetti, così come l'utilizzo nelle attività agricole di lavoratori extracomunitari in attesa di permesso di soggiorno, e l'esenzione per i tassisti del canone delle frequenze».
 

Intanto oggi alle 12 i segretari campani di Cgil, Cisl e Uil e il numero uno degli industriali napoletani si vedranno, in videoconferenza, con il governatore De Luca, il suo vice Bonavitacola e gli assessori Palmeri, Marchiello e Cinque. È la prima volta che si fa il punto con le categorie all'indomani dello scoppio dell'emergenza. E qui, al tavolo virtuale, sindacati e imprenditori faranno le loro proposte. Per la Cgil e il suo segretario generale campano Nicola Ricci, occorre, «prevedere misure e risorse aggiuntive da parte della Regione attraverso il decreto Cura Italia, che ha tolto i vincoli di bilancio e sospeso i pagamenti delle quote capitali sui mutui. Risorse che possono essere destinate ad aumentare i fondi per gli ammortizzatori sociali, a sostegno degli anziani e delle fasce deboli e ad incrementare il contributo per la spesa alimentare». E, ancora, anche per la tutela dei lavoratori la Cgil chiederà la chiusura domenicale nella grande distribuzione organizzata, con ordinanza regionale. «Serve predisporre - anticipa invece Doriana Buonavita, segretaria generale della Cisl - un pacchetto di agevolazioni di natura fiscale e contributiva, per commercio, artigianato e piccole imprese, anche attraverso l'esenzione dal pagamento dei tributi locali fino al 31 luglio e utilizzare prioritariamente le risorse dei Fondi europei non impegnate ed a quelle che, seppur impegnate, non hanno prodotto ad oggi alcuna spesa». E ancora: «Sospensione immediata, in favore di coloro che percepiscono la pensione minima, delle scadenze relative alle spese familiari come mutui, fitti e bollette, procrastinandole di 90 giorni». Usare i fondi europei è anche la priorità per la UIl. «Bisogna poter attingere - spiega il segretario generale della Uil Gianni Sgambati - dalle risorse del Fse, l'unico strumento che abbiamo, per le aree di disagio sociale e vanno accelerate le capacità dei piani di zona dei comuni per andare incontro alle fasce più disagiate». «Ma occorre dare un segnale anche ai lavoratori non legalizzati: serve quindi un percorso per fare in modo che si trovino strumenti per far emergere questi lavoratori ma una volta che accettano risorse devono rimanere legalmente sul mercato».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino