La fase due si apre con le proteste ad Ercolano e con gli effetti della crisi economica causata dalla pandemia. Questa mattina un gruppo di circa 50 marittimi precari ha...
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«Siamo giovani marittimi con famiglie e figli a carico- ha detto Antonio Porcelli, portavoce- ma non lavoriamo da quattro mesi, per di più con l’arrivo della pandemia ci siamo fermati e non abbiamo rivenuto alcun sussidio. Apparteniamo al Turno particolare di Riserva (Tpr), quindi lavoriamo solo alcuni mesi all’anno e, adesso, ovviamente stiamo a casa. Paghiamo le tasse come tutti, ma non ci spettano contributi. Chiediamo allo Stato e agli armatori di farci lavorare, di non calpestare i nostri diritti, siamo trattati peggio dei cani, che comunque non devono mai essere maltrattati.
Chiediamo di essere regolarizzati e di lavorare almeno 30 giorni. Sismo disperati e non sappiamo come dar da mangiare ai nostri figli». Il movimento spontaneo di marittimi di Ercolano ha annunciato per domani una manifestazione al Porto di Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino