Una collaborazione istituzionale, destinata a durare tre anni, tra la Regione e la Conferenza episcopale campana nata con l'obiettivo di mettere in atto azioni di contrasto...
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Questa mattina, presso la sede della giunta, in via Santa Lucia, il cardinale Crescenzio Sepe e il governatore Vincenzo De Luca sottoscriveranno un accordo destinato a portar via dalla strada il maggior numero di giovani possibile. I cosiddetti ragazzi a rischio che vivono nelle aree periferiche emarginate dove la dispersione scolastica è sempre in aumento, i servizi sociali sono insufficienti e i fondi comunali tardano ad arrivare a chi si occupa di loro. Ragazzini spesso violenti ma che non sempre fanno parte di famiglie di malviventi, con tutte le carte in regola, se ben guidati, per imparare a vivere nella legalità.
Da qui la necessità di intervenire e l'idea di una concreta collaborazione tra Sepe e De Luca. Nel corso di queste ultime settimane, infatti, sono stati definiti - e ben strutturati - percorsi di integrazione, piani di attività educative, sociali, ludiche e ricreative «al fine di rispondere all'esigenza di costruire un patto educativo tra i diversi soggetti quali - si legge nel protocollo - la famiglia, le istituzioni pubbliche e private, l'associazionismo, il privato sociale e il volontariato, riconoscendo pari dignità a tutti, pur nella diversificazione di funzioni, ruoli e compiti istituzionali». Tre gli ambiti individuati per perseguire tali obiettivi e, dunque, intercettare i bisogni principali rilevati.
«Affettività» al primo punto. «Dopo il Covid - si legge nel protocollo d'intesa - è ancor più necessario favorire la creazione di modelli di solidarietà radicati nella fraternità di relazioni stabili in questo tempo di precarietà. In particolare, educare i giovani a recuperare una socialità e una affettività che contribuiscano a una crescita armonica della persona». Destinatari privilegiati: gli adolescenti. Al punto secondo si parla di «dispersione scolastica», problema mai risolto. I firmatari dell'accordo si impegnano a sostenere - anche tramite il «volontariato a titolo gratuito» - «quelle esperienze che sul territorio lavorano per evitare che i ragazzi abbandonino troppo in fretta la scuola, implementandone di nuove lì dove dovessero servire». In questo caso i destinatari sono gli studenti universitari e i ragazzi che si avviano alla maturità. Terzo e ultimo punto: l'«orientamento al lavoro». Il protocollo parla chiaro: «Favorire la realizzazione di progetti orientati alla promozione di un lavoro creativo, solidale, sostenibile». Facile immaginare a chi si intende rivolgersi: «giovani in cerca di lavoro o che già hanno una propria idea di impresa». Infine, la promessa di De Luca: «La Regione - si legge nelle ultime righe dell'accordo - si impegna a promuovere e supportare iniziative, strumenti e progetti di contrasto alla marginalizzazione sociale e relazionale dei giovani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino