La Costiera si sbriciola. Mentre negli uffici tecnici dei Comuni si studia il modo di rompere l'isolamento delle famiglie che vivono da troppo tempo in zone interessate dalle...
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IL FRONTE
Nelle scorse ore una serie di massi di varie dimensioni si sono staccati dalla parete al di sotto del tratto di Ponte Orazio, rimasto aperto al traffico dopo la frana di due anni fa, dove oggi i residenti parcheggiano le proprie auto per proseguire a piedi. Le rocce sono crollate al suolo senza raggiungere l'alveo del torrente che scorre nel canyon Lavinola e senza provocare danni. La causa potrebbe consistere nel maltempo o nelle radici degli alberi che si incuneano nella parete tufacea spaccandola. L'episodio fa scattare nuovamente l'allarme sul dissesto idrogeologico e sulla conseguente fragilità di alcune parti dei centri abitati della penisola sorrentina, costruiti proprio sul ciglio dei valloni. Proprio in questi giorni il Comune ha conferito a un tecnico l'incarico effettuare uno studio approfondito e dettagliato sull'intervento di messa in sicurezza del POnte Orazio da realizzare al di sotto della sede stradale. L'obiettivo è definire con esattezza la portata dei lavori necessari per consolidare il ciglio del vallone Lavinola, eliminando ogni pericolo. Un intervento fortemente atteso dai residenti, che vivono praticamente isolati da quasi due anni. «Lavoreremo - dice il sindaco di Piano Vincenzo Iaccarino - per coinvolgere anche gli altri Comuni nel risanamento dei canyon che rappresentano un pezzo di storia e una preziosa risorsa, anche in chiave turistica, per l'intera penisola sorrentina».
L'EMERGENZA
A Sorrento è stato pubblicato nei giorni scorsi l'avviso pubblico per la redazione del progetto esecutivo delle opere di rifacimento di via Fontanelle, nell'area collinare della frazione del Capo di Sorrento isolata da cinque anni. «Entro la fine dell'anno - spiega il sindaco Giuseppe Cuomo - contiamo di affidare i lavori e di giungere quindi al ripristino della viabilità». A marzo del 2014, dopo alcuni giorni di intense piogge, si verificò il cedimento di un tratto dell'arteria di circa 60 metri di lunghezza. Smottamento che provocò anche la distruzione di un'abitazione, mentre un'altra risultò gravemente danneggiata. Nelle 24 ore precedenti la frana si erano notati preoccupanti rigonfiamenti nell'asfalto che facevano pensare a consistenti infiltrazioni di acqua nel sottosuolo. Poi lo smottamento che ha, di fatto, tagliato in due un'area popolata da una ventina di famiglie, oggi costrette ad utilizzare un collegamento alternativo attraverso i campi per accedere alla sottostante arteria di via Capo. I lavori sono impegnativi: si tratta di costruire un viadotto in acciaio e cemento e tutte le opere necessarie per assicurare il drenaggio delle acque e garantire la stabilità della struttura in una zona ad alto rischio, che non ha mai smesso di dare preoccupanti segni di cedimento.
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Il Mattino