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A Napoli è in aumento la quota no vax tra le mura ospedaliere. La platea dei degenti, assistiti per Covid nei presidi cittadini, comprende un numero di non vaccinati che, ormai, è significativamente maggiore rispetto a chi si è sottoposto a prima e seconda dose. Per il momento, i ricoveri no vax in Terapia intensiva, risultano circoscritti a una percentuale modesta ma, in alcuni casi, la cura non è sufficiente a sconfiggere il virus come è accaduto a Cinzia e Francesca, due amiche e conviventi no vax, contagiate e entrambe uccise dal Covid.
Le donne, entrambe di Castellammare di Stabia, sono state stroncate dal Covid a due settimane di distanza l'una dall'altra dopo l'aggravamento delle loro condizioni all'ospedale Cotugno dove erano state trasferite. Franca, la 71enne morta il 22 novembre, e Cinzia, la 54enne finita il 4 dicembre, erano state descritte da amici e conoscenti come convinte no vax. Attualmente, la scelta di dire no alle inoculazioni, accomuna la gran parte dei ricoverati per Covid nei nosocomi napoletani: i degenti no vax rappresentano il 70% dei pazienti ospedalizzati.
I dati non lasciano dubbi ma può essere utile soffermarsi su alcune precisazioni per interpretare numeri e percentuali. «I pazienti vaccinati, nella maggioranza dei casi, sono ricoverati non per la gravità della malattia ma per altre patologie oppure, nel caso dei ricoveri in sub intensiva sono molto anziani e con pregressi particolarmente gravi come tumori o scompensi cardiaci» ha spiega Anna Iervolino, direttore generale del Policlinico federiciano, indicando manifestazioni più severe nei non vaccinati. Anche Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda dei Colli, che ha rilanciato l'appello «a vaccinarsi anche con le dosi booster e i richiami» ha precisato come «la gran parte dei ricoveri dei vaccinati siano da considerare facilmente gestibili e con dimissioni nel giro di pochi giorni».
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