Coronavirus, l'appello di Roberta, 4 figli e senza lavoro: «Lo Stato ci aiuti»

Coronavirus, l'appello di Roberta, 4 figli e senza lavoro: «Lo Stato ci aiuti»
«Prima non ci mancava nulla, adesso siamo in serie difficoltà e ho paura di non poter mettere nemmeno il piatto a tavola per i mie piccoli». Roberta Cecconi...

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«Prima non ci mancava nulla, adesso siamo in serie difficoltà e ho paura di non poter mettere nemmeno il piatto a tavola per i mie piccoli». Roberta Cecconi è una donna di 31 anni, che abita in un alloggio popolare a Piscinola: ha 4 figli di 13, 8 e 4 anni e uno di 19 mesi ed è sposata con Michele, 37 anni, infartuato e rimasto senza lavoro. A causa della pandemia il nucleo familiare vive un disagio notevole, non avendo più entrate. «Chiedo aiuto allo Stato per i miei bambini - dice Roberta - mio marito e io li abbiamo voluti perché lui guadagnava bene facendo il ponteggiatore. Poi ha avuto 3 infarti in un anno e ora non può più lavorare». Tra le possibili fonti di sostentamento non rientra nemmeno il reddito di cittadinanza: «Non possiamo averlo perché nello stato di famiglia c’è mio suocero, che prima ci aiutava ma dopo 26 anni è stato licenziato dalla Manital (ditta per la quale faceva pulizie nelle scuole)». Adesso a causa dell’emergenza Covid-19 Roberta, originaria del Vomero, non ha neanche la possibilità di comprare latte e pannolini per il più piccolo.


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«Fino a poco tempo fa mi arrabbiavo come badante e collaboratrice domestica - spiega - ma adesso per il rischio contagio ovviamente non si può uscire e sono avvilita. Gli unici che ci stanno aiutando sono alcune persone del centro storico, da cui è partita una gara di solidarietà per la nostra famiglia». A scendere in campo a sostegno di Roberta e dei suoi bimbi sono stati Armando Simeone e sua figlia Lucia, del Comitato Lenzuola Bianche, che sabato scorso hanno avviato un’altra iniziativa solidale a Porta Capuana, insieme al parroco don Carmine Amore. Da lì è partito il tam-tam sui social a favore della famiglia di Piscinola. «Grazie a loro - racconta Roberta - ci sono arrivati pasta, biscotti e latte per i miei figli da tante famiglie che hanno dimostrato generosità e sensibilità. Ma in questo momento sono preoccupata per il futuro. Non voglio arrendermi, sono sempre stata una ragazza forte e mi sono rimboccata le maniche nel momento del bisogno, ma con questa situazione dovuta all’emergenza Coronavirus chi mi aiuterà con quattro bambini, se mio marito non potrà più lavorare?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino