Covid in Campania, contagi record: mai tanti da marzo 2020, sale numero dei ricoveri

Covid in Campania, contagi record: mai tanti da marzo 2020, sale numero dei ricoveri
Corre sempre più veloce il Coronavirus, in tutte le regioni italiane, spinto evidentemente dal motore turbo della variante Omicron ad elevatissima contagiosità, tale...

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Corre sempre più veloce il Coronavirus, in tutte le regioni italiane, spinto evidentemente dal motore turbo della variante Omicron ad elevatissima contagiosità, tale da rendere ripida ed esponenziale la curva dei nuovi casi con un indice di infettività Rt salito ancora, a un valore di 1,62 (1,77 in Campania). I numeri dei positivi e dei tamponi raggiungono così livelli mai visti lungo lo Stivale.

La Campania, con 7.181 casi, segna il record assoluto di infezioni dall'inizio dell'epidemia contro i 2.297 di martedì scorso, facendo registrare il 6,88% di positivi al tampone contro il 4,32% dello scorso martedì a fronte di un numero altrettanto esorbitante di tamponi (104.533 test esaminati) che mettono a dura prova le scorte dei laboratori impegnati nelle analisi. Continuano ad aumentare anche i decessi: ieri 18, aggiunti ai 14 del giorno prima. Mai così tanti in 24 ore dal 29 giugno scorso e ben 6.004 attualmente positivi in più, record assoluto in un solo giorno. Crescono, sebbene più lentamente, anche i pazienti che fanno ingresso in ospedale: ieri 18 nuovi ricoveri in un solo giorno (534 in totale) mentre restano stabili i pazienti intubati in rianimazione (35 in totale, uno in meno sul giorno prima) con una crescente difficoltà dei Covid center ad assicurare cure nelle linee intermedie di sub intensiva dove la ventilazione del paziente avviene in maniera non invasiva.


Se guardiamo all'incidenza, ossia ai casi contati in una settimana in rapporto e in proporzione su 100mila residenti, questa è ormai abbondantemente sopra i livelli di guardia, con i record di CastelVolturno e Nola addirittura sopra quota mille (da zona rossa ma dovrebbero intervenire i sindaci) seguita da Marigliano (957), San Giorgio a Cremano (796,8), San Giuseppe Vesuviano (770), Caserta (767) e via via a scendere con Marano, Sant'Anastasia, Mugnano, Nocera Inferiore, Portici, Ercolano, Pomigliano d'Arco Cava de' Tirreni, Villaricca, Qualiano, Pozzuoli, Giugliano. Comuni che definiscono l'area metropolitana di Napoli con il maggior numero di casi e il capoluogo chiude il cerchio con il valore migliore a quota 480.


In Unità di crisi la situazione viene monitorata con grandissima attenzione. Il rischio di scivolare verso una stretta entro la fine dell'anno, con il passaggio in zona arancione paventato nella settimana prima di Natale dal Governatore Vincenzo De Luca è per ora scongiurato dalla sostanziale tenuta dei livelli di ospedalizzazione. Il tasso di occupazione delle unità di terapia intensiva è infatti attestato al 5,3% (contro il 4,2 del 23 dicembre), lontano dal valore soglia del 10% mentre le degenze in medicina, malattie infettive e sub intensiva dal 13% della vigilia di Natale hanno ora superato la soglia del 15% arrivando al 16,8 facendo così accendere una prima spia rossa di cui tenere conto nei prossimi giorni.

Lo scenario campano va necessariamente inserito nel quadro più generale delle altre regioni italiane dove aumentano anche i ricoveri di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva. In 24 ore si è registrato un incremento in 5 regioni, secondo gli ultimi dati Agenas aggiornati alla serata di lunedì. L'incremento più consistente è nella provincia di Trento con +4% in 24 ore, seguita da Valle d'Aosta (+3%), Marche e appunto la Campania (+2%) e poi il Veneto (+1%). La Campania ha il vantaggio di essere ancora lontana dal limite soglia di occupazione delle aree critiche fissato al 10% a fronte di una media nazionale stabile al 12%, ovvero 2 punti sopra la soglia massima. In questo caso sono 13 le regioni che la superano: Abruzzo (12%), Calabria (13%), Emilia Romagna (12%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (14%), Liguria (18%), Lombardia (12%), Marche (17%), provincia di Bolzano (19%), provincia di Trento (26%), Piemonte (14%), Toscana (13%) e Veneto (17%). La Campania tuttavia potrebbe peggiorare se spostasse dalle sub intensive in rianimazione una quota di pazienti da intubare.

«Quando la situazione peggiora o i livelli di danno polmonare sono avanzati avverte Giuseppe Servillo, ordinario di Anestesia e rianimazione del Policlinico Federico II - è necessario passare la palla senza indugi al rianimatore in quanto il polmone si riposa». È stata una settimana difficile per la Campania, segnata da un aumento del 77% dei contagi e del 52% dei morti. Senza contare l'impennata degli ultimi due giorni si sono registrati 10 decessi al giorno di media mentre erano 6,6 da un mese a questa parte a fronte di una forte diminuzione delle vaccinazioni, circa 29.900 al giorno mentre erano 44.600 una settimana prima. E 1.230.000 persone non sono vaccinate.
 

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Il Mattino