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C'è silenzio al Covid Hospital di Boscotrecase. Nella notte tra domenica e lunedì è morta in rianimazione una donna di Ercolano di 66 anni; è il quarto decesso in meno di una settimana. Non c'è la fila di ambulanze all'esterno nè il suono di sirene spiegate come a Napoli e a Castellammare perché qui i ricoveri sono programmati, ma l'ospedale è saturo, con 82 pazienti di cui 8 in terapia intensiva. E non può ricoverare nuovi pazienti se prima non ne dimette. Ma se i posti letto fisicamente non mancano - si lavora nell'area «grezza» per sistemarne altri 30 e in terapia intensiva ce ne sono 4 vuoti - ciò che manca è il personale. Con la mazzata del focolaio tra gli operatori sanitari - attualmente i positivi sono 40 di cui 34 tra infermieri e Oss e 6 medici (uno di loro, A.C. di 50 anni, è intubato in ospedale) - la situazione è insostenibile. Qualche rinforzo è arrivato: quattro medici internisti (due da Gragnano e due da Vico Equense), 15 infermieri interinali e 15 medici neo-laureati destinati alle Usca. Ma non bastano. A breve saranno attivati altri sei posti per la subintensiva cardiovascolare, coordinata dal caposala Giovanni Savino, ma i 30 da attivare nell'area grezza restano in stand by. Nonostante le richieste della direzione generale e strategica e i bandi di concorso - che sono stati disertati - medici e infermieri non arrivano. Mancano anestesisti, pneumologi, internisti e operatori di reparto.
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«È inutile triplicare i posti letto - dice Savio Marziani, direttore strategico del Covid Hospital - perdiamo tempo e risorse dietro ad azioni che non saranno compensate da forza lavoro.
Anche in vista della riunione con i sindacati di giovedì prossimo, nell'ospedale si stanno potenziando le misure di sicurezza per arginare i contagi. Sebbene ci sia una indagine interna in corso, non si conosce la matrice del focolaio tra gli operatori. «Il 16 novembre - dice il caposala Savino - dovrebbero arrivare sei tecnici di laboratorio per processare i tamponi all'interno del nosocomio, così da non aspettare giorni per i risultati ed evitare che i contagiati restino in corsia a infettare, inconsapevolmente, gli altri».
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