Covid a Napoli, record di ricoveri in rianimazione per under 40 no vax: «Colpiti da varianti»

Covid a Napoli, record di ricoveri in rianimazione per under 40 no vax: «Colpiti da varianti»
C’è preoccupazione, in Campania, per i 30-40enni ammalati di Covid ricoverati nei reparti di terapia intensiva con forme severe di malattia. Dopo due decessi in pochi...

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C’è preoccupazione, in Campania, per i 30-40enni ammalati di Covid ricoverati nei reparti di terapia intensiva con forme severe di malattia. Dopo due decessi in pochi giorni, registrati dagli inizi di settembre nelle rianimazioni del Cotugno e del Policlinico collinare (padri e madri di famiglia, rispettivamente di 31 e 28 anni) persi a causa di forme molto gravi di infezione da Sars-Cov-2, la domanda che molti addetti ai lavori si pongono è se la nuova variante Delta, e le sue sottovarianti, che hanno monopolizzato la catena di trasmissione del virus, oltre ad essere più contagiose peggiorino la prognosi anche nelle fasce più giovani. In base ai dati epidemiologici, in Italia, da fine luglio a fine agosto, dai 12 ai 39 anni, per milione di persone, non c’è stato nessun decesso per Covid a prescindere se si trattasse di vaccinati o non vaccinati. Salendo nell’anzianità della popolazione colpita risalta l’evidentissima sproporzione che vede i non vaccinati rischiare grosso sia la terapia intensiva sia l’esito fatale a differenza dei vaccinati per i quali il rischio è invece minimo. Per i decessi se ne registrano 11 tra i 40-59 anni non vaccinati e 1 tra i vaccinati, 85 su 4 tra 60-79 anni e 528 su 34 per chi ha oltre 80 anni. 


Nei Covid center di Napoli e provincia ci sono una mezza dozzina di casi severi in pazienti con meno di quarant’anni. Nei 6 posti della rianimazione del Cotugno ci sono due cinquantenni e un paziente con meno di 40 anni. Il quadro è preoccupante a causa della polmonite interstiziale bilaterale. Dopo pochi giorni di cure col casco è stato intubato. La Tac mostra un quadro complesso. In sub intensiva, sempre al Cotugno, su 32 posti occupati per il 90 per cento da non vaccinati c’è un altro paziente tra i 30 e 40 anni. La polmonite è severa. Al vicino policlinico - i cui dati di sopravvivenza, dall’inizio della pandemia, sono i migliori insieme a quelli del Cotugno in una regione che ha goduto di una delle più basse mortalità da Covid in Europa - ci sono altre due giovani donne intubate (non vaccinate) che combattono dopo aver dato alla luce un bambino prematuro. Uno dei piccoli non c’è l’ha fatta. Una delle mamme ricoverata con un danno polmonare esteso dopo numerosi cicli di prono-supinazione sta quasi per essere staccata dal ventilatore. L’altra, con un quadro più complicato, registra un lieve miglioramento. Al Loreto di 30enni ce ne sono due in degenza ordinaria e uno in rianimazione (non vaccinato) che non ha patologie concorrenti. Il quadro è di polmonite interstiziale severa. Anche al policlinico Vanvitelli ci sono una decina di under 40 di cui 2 più seri in sub intensiva. A nord di Napoli, a Giugliano non ci dono ricoverati, a Ischia 7 in degenza ordinaria e un solo quarantenne, uno di 48 anni e gli altri oltre i 60. A Pozzuoli 27 i posti occupati su 32 disponibili ma 4 Rom, tra 30 e 40 anni, sono in sub intensiva con gravi polmoniti di cui due forse da intubare. 


«I giovani contraggono il virus senza malattie concomitanti - spiega Antonio Corcione, direttore del dipartimento di Rianimazione dell’azienda dei colli - tuttavia rischiano se la polmonite progredisce. La malattia è imprevedibile, nessun caso è uguale all’altro e non abbiamo segni precisi che ci indicano il passaggio dalla fase virale a quella infiammatoria e autoimmunitaria». Casi da studiare e approfondire sul piano dell’evidenza clinica, del management assistenziale e della epidemiologia in uno scenario che sarà più chiaro in autunno. Attualmente si osserva, grazie ai vaccini, un calo netto dei contagi ma nelle terapie intensive, su 21 posti occupati in rianimazione, in Campania almeno 6 sono giovani sani tra i 30 e i 40 anni. 
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Il Mattino