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Il Covid in una stanza. A casa, prima. Lì dove è avvenuto il contagio. E poi, in ospedale. Per la cura. Padre e figlio si sono ammalati a distanza di un giorno l'uno dall'altro. Ma, questa l'unicità della storia, entrambi sono stati ricoverati in un reparto specializzato del Cotugno, nella stessa camera. «Una fortunata coincidenza che ci ha aiutato ad affrontare i momenti più difficili», racconta Giuseppe Campagnuolo, avvocato di professione, convinto di aver contratto l'infezione proprio tra le mura familiari. «Da mia madre, che però non ha sviluppato la patologia in forma tanto grave», spiega. L'altro genitore è stato portato immediatamente nel polo di riferimento, perché ultraottantenne e colpito da temibili difficoltà respiratorie.
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«Io sono stato invece trasferito nella struttura sanitaria a distanza di 24 ore. E ho cercato in tutti i modi di convinere il mio papà a non arrendersi: più volte, stanco di lottare, mi ha detto che avrebbe voluto togliersi la mascherina dell'ossigeno. L'ho costretto a tenerla sempre, giorno e notte, a costo di non dormire quasi nulla per controllare. Gli ho anche promesso che, una volta guariti, saremmo andati in viaggio a Venezia».
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Il Mattino