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Caos a Capodichino: grande ingorgo dei vaccini ieri per i 50-60enni accorsi in massa all’hangar Avio 2 dell’Atitech dove è stato allestito il più grande polo vaccinale del Sud Italia. Partito domenica scorsa con 2mila somministrazioni al giorno in 32 box vaccinali il sito ha raddoppiato ieri le dosi inoculate, salite a quota 4mila. Un’adesione massiccia ma non priva di disagi per la fascia di popolazione da immunizzare più numerosa. Dopo una mattinata tranquilla a partire dalle 12 la situazione si è complicata con la formazione di file chilometriche in tangenziale. Code che hanno progressivamente bloccato tutte le vie di accesso all’aeroporto e paralizzato le rampe di uscita frenando anche lo scorrimento del traffico veicolare verso sud.
Intanto, all’altro capo della città, presso il Covid vaccine center della Mostra D’Oltremare - dove sono stati chiamati altri 4mila over 60enni - è dovuta intervenire la polizia per sedare gli animi di chi ha iniziato a insultare i camici bianchi pretendendo un farmaco diverso da quello prodotto da AstraZeneca a cui erano invece candidati. A pagarne le spese una guardia giurata che ha ricevuto uno sputo al volto da uno dei soggetti in fila. Sullo sfondo di una giornata piena di disagi e tensioni c’è anche il malumore dei medici di famiglia impegnati nelle vaccinazioni di prossimità, a studio o a domicilio, ma rimasti a corto di dosi per le punture prenotate dai pazienti ordinari. Camici bianchi a cui la Asl chiede invece soprattutto di presidiare il fronte dei pazienti fragili, anziani e non deambulanti, rimasto sguarnito ma più complesso e oneroso da gestire.
Iniziamo dall’ingorgo a Capodichino: qui a mandare in tilt il già complesso sistema di afflusso delle auto - che dalla rampa di uscita della tangenziale si snoda verso la rotonda di Capodichino e che da qui all’imbuto del viale dell’Aeroporto - è stata la progressiva saturazione del parcheggio dell’Atitech che circonda l’hub vaccinale prospiciente lo scalo aeroportuale.
Un cittadino ha addirittura sputato al volto di una guardia giurata. Una signora ha invece pesantemente offeso e minacciato una dottoressa per lo stesso motivo. «Siamo qui da stamattina - si sfoga il manager Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl - a lavorare ma anche a prendere pugni in faccia dai cittadini. Da chi non vuole fare un vaccino e ne vuole un altro anche se non ha i requisiti. Da chi viene convocato in un hub e si presenta in un altro per non parlare di chi viene a orari del tutto diversi da quelli indicati nel messaggio. Il mancato rispetto delle regole - conclude - sottrae energie alla campagna vaccinale, oscura il grande impegno profuso, svilisce anche il significato di questo semplice gesto del porgere il braccio per uscire tutti insieme dal tunnel della pandemia».
Infine c’è la questione vaccinazioni di prossimità affidate alla medicina di famiglia: a Napoli sono circa 200 i medici che hanno sottoscritto l’accordo con la Asl. Le regole di ingaggio all’inizio prevedevano la consegna delle dosi a cura della Asl, poi si è stabilito che i dottori potessero ritirarle in base al fabbisogno presso gli hub ma sia per una rendicontazione posta a monte anziché a valle di quanto prodotto, sia l’esigenza della Asl di focalizzare le attività sopratutto sulle vaccinazioni domiciliari più lunghe e complesse, ieri sono state consegnate solo le fiale necessarie per le seconde dosi e per vaccinare i non deambulanti. Un meccanismo disincentivante per medici prendono 6 euro per la prima dose e 3 per la seconda compreso tasse e siringhe. Un punto d’incontro è possibile e cercato da ambo le parti e potrebbe passare per squadre di medici del territoriodedicate alle sole vaccinazioni a domicilio.
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Il Mattino