Non è una pace, ma una semplice tregua quella tra de Magistris e De Luca. Con il secondo sempre guardingo nei confronti del sindaco, ormai costretto ieri a un incontro a...
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Il sindaco di Napoli arriva in Regione puntuale alle 18. Summit concordato in tarda mattinata e fortissimamente voluto da de Magistris che per primo, l'altro giorno dopo 3 anni di veleni e attacchi reciproci, chiama De Luca. A metterlo alle strette sono i suoi consiglieri comunali che gli fanno pressing per trovare un accordo con lui in vista del voto. A San Giacomo, infatti, De Luca può contare su una pattuglia di 6-7 consiglieri, di cui 3 prossimi candidati nelle civiche deluchiane, che rispondono solo al governatore. E se de Magistris non chiude un patto, sarebbero proprio questi consiglieri a intavolarlo. Per questo si muove il sindaco, per cercare di frenare una frana della sua maggioranza e riuscire a trovare il punto di caduta per lui meno pericoloso. Che per ora ottiene: niente voto subito. Ne parlano, discutendo ieri mattina a Salerno di scenari elettorali, De Luca e il segretario napoletano del Pd Marco Sarracino. E per De Luca non sarebbe conveniente che si vada al voto in entrambi i palazzi napoletani. Così non è costretto a stringere accordi e l'attenzione rimane focalizzata solo sulla sua ricandidatura. E allo stesso tempo può tenere sulla corda de Magistris per altri mesi. Anche logorarlo, se vuole, con i consiglieri comunali che rispondono a lui. Per questo è facile immaginare che de Magistris, nei 10 minuti di faccia a faccia, abbia chiesto una mano a poter reggere i prossimi mesi. Cosa su cui ora può essere d'accordo De Luca.
La sostanza è che a oggi - a meno di terremoti - e anche per il futuro le strade politiche di de Magistris e De Luca continueranno a essere due linee parallele destinate a non convergere mai. Il sindaco sta prendendo coscienza che entrare nel centrosinistra allargato con De Luca è impossibile e anche poche ore prima dell'incontro ha ribadito che è «impensabile che faccia una lista per appoggiare politicamente» il governatore. Così, messa al sicuro la fascia tricolore almeno per i prossimi tre mesi perché le elezioni anticipate non piacciono a nessuno, continua a tessere la sua trama politica. E - stando a quello che è filtrato dopo il vertice - l'ex pm è sempre più convinto di scendere in campo da solo per candidarsi alla presidenza della Regione. O la va o la spacca - questo il ragionamento di de Magistris - il quale male che vada è convinto di entrare in Consiglio regionale e ritagliarsi uno spazio all'opposizione. Aspettando magari le elezioni politiche per rilanciarsi a livello nazionale. Contemporaneamente non ha abbandonato l'idea del ticket con i Cinquestelle per le regionali. Una pista quasi invisibile perché dai pentastellati non arrivano segnali incoraggianti. Resta il forte feeling con Roberto Fico che potrebbe puntare a fare il sindaco l'anno prossimo. Potrebbe essere questa la base di una strategia politica comune.
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Torniamo al vertice. Ultimato il faccia a faccia tra De Luca e de Magistris si è iniziato a ragionare sulla Fase 2, delle prospettive del turismo. Ed è venuto fuori il documento congiunto un patto per il rilancio della Campania e di Napoli: «Al centro dell'incontro - si legge nella nota - uno scambio di opinioni sulla Fase 2 dell'emergenza Covid e si è convenuto di mettere in campo insieme una serie di iniziative per consolidare l'immagine positiva di Napoli e della Campania che escono dall'epidemia in maniera molto forte e positiva. Si valuteranno nei prossimi giorni singole ipotesi di progetti culturali e promozionali. Presupposto di tutto è che la Campania rimanga assolutamente sicura, perché senza questo, tutto sarebbe improponibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino