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Passata la bufera, incassato il bilancio e quindi anche la certezza di arrivare a fine corsa, per il sindaco Luigi de Magistris è tempo di pareggiare i conti. Nella sostanza, l'ex pm tiene qualche debito di riconoscenza da saldare con chi nella notte drammatica dell'approvazione del bilancio si è sacrificato per lui, una cambiale non rinnovabile. Maggio è dietro l'angolo e già strizza l'occhio alle urne. C'è poco tempo per le chiacchiere.
Mario Coppeto di Sinistra in Comune è contrario a cambi in giunta come ha dichiarato a Il Mattino, dice che «non c'è bisogno di uno scienziato per capire che non c'è tempo per un rimpasto negli ultimi 5 mesi». Più possibilisti - quelli della Sinistra - se si trattasse di discutere su poltrone di uguale pregio, ma politicamente meno impegnative: vale adire la gestione delle partecipate oppure trovare un accordo trasversale nel Consiglio comunale che deve nominare ben 5 membri della commissione paesaggistica.
Dunque, de Magistris sta tentando di cooptare un paio di figure credibili, capaci di mettere mano in questi ultimi 150 giorni di consiliatura a problemi atavici come lo spazzamento delle strade, i trasporti, la manutenzione, il traffico e soprattutto il decoro urbano. Riuscirà nell'impresa? L'ex pm deve dare una poltrona - ovvero un assessorato - a quelli di Davvero, gli ex Verdi, Stefano Buono e Marco Gaudini quest'ultimo è l'indiziato numero uno a indossare la maglia di assessore in questi ultimi 5 mesi. Difficile immaginare passi indietro da parte loro. Inoltre, ci vorrebbe un atto significativo da parte di de Magistris per convincere della bontà della sua voglia di cambiamento e di dare una sterzata sul fronte dei servizi. Cioè una figura carismatica del mondo della società civile napoletana sulla poltrona di vicesindaco oggi occupata da Enrico Panini sotto la cui gestione - come titolare della delega al Bilancio - il debito è cresciuto da 800 milioni a 2,6 miliardi.
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