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Il giorno dopo la diffusione dei risultati delle prove Invalsi è quello della riflessione. L'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini suggerisce una chiave di lettura diversa al gap tra studenti del Sud e quelli del Nord: differenti scelte di investimenti che «basata su parametri che non aiutano a colmare questo gap, ma anzi continuano ad alimentarlo».
Assessore Fortini, i dati Invalsi non sono molto buoni per la Campania, in particolare dalle secondarie in poi si notano delle enormi differenze con gli studenti del Nord. Sono davvero meno capaci?
«Direi proprio di no. I dati peggiori li vediamo dalla terza media fino all'ultimo anno delle superiori. La colpa non la imputo né agli studenti né ai docenti. Anzi, quest'ultimi sono indicati ingiustamente come i veri colpevoli, vorrei solo ricordare che gran parte dei docenti che lavorano al Nord sono del Sud, soprattutto campani. Quindi sono bravi altrove e non qui? Non è la qualità della docenza a essere in discussione, ma sono i servizi che mancano e questi ragazzi sono demotivati se non hanno laboratori adeguati, senza contare le opportunità sportive, culturali e sociali all'esterno. Le scuole non hanno spazi adeguati perché non si è investito abbastanza. Per far appassionare i ragazzi alle scienze, alla biologia, alle materie scientifiche servono laboratori all'avanguardia, altrimenti li perdiamo».
Differenze di investimento ben descritte sul Mattino di ieri.
«Esatto e sinceramente sono un po' stanca di tutto questo, la ripartizione delle risorse per le scuole non può basarsi su criteri storici o non discussi con le Regioni altrimenti si alimenta il divario.
Ma il ministero ha investito Campania con i più fondi Pnrr dispersione.
«È vero, ma la graduatoria è imbarazzante. Sono stati dati oltre 200mila euro a scuole di Posillipo, la cui dirigente mi ha chiamato per dirmi: Non ne ho bisogno, non si possono destinare a scuole della periferia non in graduatoria?. Graduatoria in cui mancano scuole impegnate con i bambini a rischio, che forse neanche hanno dispersione ma che vano sostenute per l'impegno che ci mettono ogni giorno. Chi ha concepito questi criteri per la graduatoria va contro gli studenti, va contro chi è fragile e chi vive in contesti socio-economici difficili. È ingiusto, non è tollerabile. Tutte le Regioni hanno chiesto un incontro urgente al ministro e stiamo ancora aspettando una data».
Ritornando alle prove Invalsi, emerge che gli alunni della seconda primaria sono peggiorati di 11 punti in Italiano a livello nazionale.
«È un risultato paradossale se visto in prospettiva delle dichiarazioni del ministro Bianchi sulla scuola in presenza che ha migliorato i risultati. Non è proprio così, alla seconda primaria il ritorno in presenza vede al 28% gli allievi di seconda elementare che non raggiungono un livello minimo adeguato contro il 17% del 2021. Siamo tornati ai livelli prepandemia, quando il dato si attestava al 29%. Non dico che la Dad sia meglio, ma non è il demonio che il ministro vuol far credere, perché sui bambini invece ha migliorato le competenze. Un miglioramento lo notiamo in Inglese in presenza e sulle secondarie ma sono percentuali basse, 2-3% al massimo. Detto ciò, non voglio di certo osannare la Dad ma neanche la demonizzo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino