Disney Store chiude in Italia: esplode la protesta dei lavoratori anche a Napoli

Protesta dei dipendenti del punto vendita Disney Store di Napoli
Un addio amaro che spezza brutalmente il destino di 233 dipendenti italiani che lavorano all'interno dei 14 negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney. Ma i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un addio amaro che spezza brutalmente il destino di 233 dipendenti italiani che lavorano all'interno dei 14 negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney. Ma i lavoratori, e le organizzazioni sindacali, non si arrendono alla ritirata del rinomato brand americano: è stato organizzato un presidio a livello nazionale per protestare contro la chiusura a difesa e a tutela del proprio posto di lavoro. Così anche a Napoli, ai piedi del Diseny Store di via Toledo, si sono radunati i 23 addetti alle vendite dello storico negozio presente sul territorio da 21 anni. «Noi chiediamo dignità, non siamo solo un numero - dichiara Marco De Luca, dipendente del punto vendita Disney Store di Napoli - Si è rotta la magia: sono caduti i valori che l'azienda ci aveva trasmetto e ora siamo qui, questa mattina, per chiedere di non essere dimenticati. Non siamo semplici commessi: siamo stati come una famiglia agli occhi dei nostri clienti, per noi la Disney è stata un famiglia, e adesso siamo delusi nel vedere come ci stia abbandonando. Non sappiamo il vero motivo: non è stata la pandemia a farci chiudere, la pandemia ha solo accelerato la scelta aziendale».

Marco spiega la sinergia che lui - insieme agli altri addetti alle vendite -  ha da sempre instaurato con la sua clientela; Disney Store era diventato un punto di ritrovo per le persone che sceglievano di acquistare nel negozio e aggiunge: «I clienti ci chiamavano per nome, abbiamo cercato di creare dei rapporti: era l'azienda a chiedercelo. Ci chiedeva di creare una fantasia, una storia e di rendere unico l'acquisto all'interno del negozio». La multinazionale americana, che ha annunciato la chiusura, adesso vuole puntare sull' e-commerce: «Ma se si chiude per vendere online, che sensazione si verrà a creare nella vendita?» è una delle domande che si pone Marco.  

I possibili scenari? La vertenza è alquanto complicata, l'azienda ha messo i dipendenti davanti a una scelta già effettuata: «L'azienda non ci ha chiesto un supporto perché in realtà non si parla nemmeno di crisi - commenta Luana di Tuoro, Segretaria generale Filcams Cgil Campania - è stata presa una decisione valutando i numeri e pensando che l'aumento del fatturato che è avvenuto con l'e-commerce, durante questo periodo di pandemia, ha prodotto molto di più. Credevamo che dietro un'insegna così grande ci fosse un minimo di pensiero nel trasferire sogni, magia, o quanto meno un contatto umano». Oggi, oltre ai dipendenti di Napoli, erano presenti anche gli addetti del Disney Store di Marcianise e Di Tuorlo aggiunge: «Con la chiusura verrà meno un'altra risorsa economica, per questo territorio e per l'Italia». Anche Nicola Ricci, Segretario generale Cgil Napoli e Campania fa sentire la sua voce: «È evidente che la scelta della multinazionale, nel prediligere le vendite online, sta penalizzando solo i lavoratori. La pandemia e il Covid hanno un prezzo, ma non può pagare con il lavoro». Ricci preme sulla necessità di aprire un tavolo di confronto con il governo: «Disney è una catena multinazionale e le vertenze vanno affrontate con un tavolo di regia unico: chiederemo a Draghi, al ministro Giorgetti e al ministro del lavoro, di intervenire su queste scelte» conclude. Oggi i lavoratori in sciopero hanno scelto di vestirsi di nero, hanno portato con sé anche i propri figli, e uniti, quasi come a formare una catena umana, hanno esposto cartelli di protesta: «Disney non portarci via sogni, lavoro e magia» è una delle frasi scritte, e ancora: «Non ordinare dal divano, meglio il contatto umano». È stata anche letta una lettera di commiato a nome di tutti i lavoratori, una lettera scritta in stile fiabesco, dove si ribadisce con forza il concetto racchiuso nella parola chana: «chana significa famiglia, e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino