Donna muore dopo l’intervento nel Napoletano: «È stata avvelenata dai farmaci»

Donna muore dopo l’intervento nel Napoletano: «È stata avvelenata dai farmaci»
Subito dopo la vicenda di una donna salvata in extremis, nel cui addome era stato «dimenticato» il filo di un laparoscopio, scoppia un altro caso nella clinica Villa...

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Subito dopo la vicenda di una donna salvata in extremis, nel cui addome era stato «dimenticato» il filo di un laparoscopio, scoppia un altro caso nella clinica Villa dei Fiori di Acerra, la più grande casa di cura privata convenzionata dell’area metropolitana a nord est di Napoli. Qui giovedi scorso è morta, in circostanze su cui la famiglia chiede di fare chiarezza, una signora di 71 anni, Assunta Di Maio, residente a Mariglianella, che si era sottoposta a una banale operazione di colecisti, l’asportazione dei calcoli dalla cistifellea. La procura di Nola ha aperto un’indagine e la salma della signora Di Maio è stata sequestrata: ieri è stata effettuata l’autopsia nell’obitorio giudiziario del policlinico di Napoli. 


I DUBBI
La donna, che i familiari descrivono come molto attiva ed autosufficiente, era giunta in clinica in condizioni complessivamente normali ed è stata operata il 24 settembre in anestesia totale. Quattro giorni dopo, il 28, è stata dimessa. Secondo quanto affermato dai medici del nosocomio l’operazione era perfettamente riuscita. Poi però in casa Assunta Di Maio si è sentita male: i figli, Mimmo e Maria Romano, domenica l’hanno riportata d’urgenza al pronto soccorso della clinica. «È stato un incubo – racconta Mimmo – mia madre era in gravi condizioni ma ricoverarla è stata un’impresa, nessuno si curava di lei». Assunta è stata poi spostata in tre reparti, fino alla rianimazione dove giovedì è spirata. Subito dopo il figlio Mimmo, che risiede a Pomigliano, ha sporto querela contro i medici della clinica che hanno tenuto in cura la mamma. Camici bianchi che ora sono indagati dalla magistratura per negligenza. Secondo quanto affermato dal medico curante della signora Di Maio, ma anche in base alle dichiarazioni del neurologo della clinica riportate nella denuncia, la donna sarebbe deceduta a causa di una intossicazione da farmaci. Assunta di Maio da decenni assumeva psicofarmaci a causa di un disturbo psichiatrico bipolare. Aveva quindi nel corpo notevoli quantità di litio. «Ma prima dell’operazione non è stata visitata dal neurologo della clinica», aggiunge il figlio, sottolineando che le dimissioni sono avvenute contro il parere della damiglia: «Mia madre stava male, non camminava, era visibilmente spossata. Ma i medici della Villa dei Fiori l’hanno voluta per forza dimettere».

Difende l’operato dei medici il dottor Silvio Capizzi, direttore sanitario della clinica di Acerra, in realtà un vero e proprio ospedale convenzionato, giudicato in varie occasioni sia dagli utenti che dagli esperti del settore come un’eccellenza sanitaria, in ogni caso l’unico polo sanitario all’interno di una zona molto popolata ma del tutto sprovvista di ospedali pubblici. «La signora Di Maio – afferma Capizzi - è giunta qui da noi con una colecistite acuta. Ma l’operazione è riuscita perfettamente. Poi si è aggravata per un problema epatico, metabolico, uno scompenso epato-renale. Era una donna che assumeva litio per sindromi psichiatriche da quarant’anni. Purtroppo il litio interagisce con tanti farmaci, anche con l’anestesia».

 

IL PRECEDENTE

Se ci sono responsabilità, se occorreva un diverso approccio terapeutico in considerazione della particolare situazione della donna, sarà l’inchiesta dei magistrati ad accertarlo. Di certo è difficile non restare turbati di fronte a questo secondo episodio di presunta malasanità avvenuto alla Villa dei Fiori nel giro di pochi giorni. La settimana scorsa i medici dell’ospedale Cardarelli hanno estratto dall’addome di una signora di 55 anni, Cira Colucci, di Pianura, ricoverata d’urgenza e in gravi condizioni, la guaina del filo di un laparoscopio. Filo di metallo «dimenticato» nell’uretra della donna dai medici della clinica, anche in questa circostanza dopo una banale operazione di asportazione dei calcoli. Il legale della signora Colucci ha quindi sporto denuncia contro i sanitari del nosocomio convenzionato. Secondo gli ultimi dati disponibili, diffusi dall’Oms con il recente report 2018 sulla qualità dei servizi sanitari, il 10 per cento dei pazienti nel mondo va incontro a un evento avverso durante il trattamento sanitario.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino