«Nummià, bona furtuna», è virale l'augurio in napoletano al candidato della Pompei romana

«Nummià, bona furtuna», è virale l'augurio in napoletano al candidato della Pompei romana
«Nummià, bona furtuna», dal latino al napoletano l’augurio di vincere le elezioni al candidato della Pompei romana è virale. O...

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«Nummià, bona furtuna», dal latino al napoletano l’augurio di vincere le elezioni al candidato della Pompei romana è virale. O «Scarrafune»  - ossia i graffiti pompeiani tradotti in napoletano - del professor Avvisati fanno impazzire i social. «Nummià, bona furtuna» - Nummiano feliciter (in latino) in bocca al lupo, o Nummiano (in italiano) - è l'acclamazione dipinta sulla parete di un cubicolo della casa di «Vedio Sirico» con la quale si augurava a uno dei Vedi, Nummiano, che secondo l’epigrafista Matteo della Corte doveva essere fratello di Sirico, di vincere le elezioni per le quali si era candidato. 


La rubrica «Scarrafune», curata dallo scrittore e giornalista per conto del Parco Archeologico di Pompei, si pone l’obiettivo di proporre le più intriganti e interessanti scritte, graffite, musive o dipinte, ritrovate a Pompei, dall’inizio degli scavi a oggi, coniugando la bellezza e la sagacia della lingua di Tacito, Orazio e Ovidio, con la prontezza e la vivacità del dialetto napoletano che, della parlata latina, è il discendente diretto. Se infatti un pompeiano di duemila anni fa avesse parlato napoletano e non latino, oggi si sarebbe espresso esattamente come nei graffiti – scarrafune, con quest’ultimo vocabolo che in napoletano assume anche il significato di «sgorbio», «scarabocchio», ovvero quei segni che i bambini fanno sulle pagine dei quaderni quando non hanno ancora la piena padronanza della scrittura.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino