Manca un solo giorno allo scadere dell'ultimatum: ancora 24 ore e i dipendenti dell'Eav, macchinisti e capitreno, non potranno più stare sui convogli vestiti come...
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L'avviso è del 26 ottobre, ma è da domani che diventa perentorio. Fino al 29 si potevano presentare rimostranze. Poi basta. Solo che l'Orsa, il sindacato autonomo che raccoglie iscritti soprattutto tra i macchinisti, ha già fatto sapere che la cosa non si può fare. Mettersi in uniforme non è così semplice come si crede. I sindacalisti hanno scritto una lettera al presidente Umberto De Gregorio elencando i motivi per cui «è impossibile ottemperare a tale avviso in tempi brevi». Alcuni sono di ordine pratico: manca un luogo dove cambiarsi, non ci sono armadietti capienti a contenere le divise, non è stato fornito il contenitore di plastica per mettervi il cartellino. Altri sono tipici di chi fa rivendicazioni sindacali: il rimborso del lavaggio della divisa, il conteggio delle ore per cambiarsi da inserire nell'orario lavorativo. Altri ancora sono decisamente bizzarri, diciamo pure volutamente provocatori: alcuni capi di abbigliamento provocano eruzioni cutanee ed orticaria, e quelli dell'Orsa vogliono sapere il materiale con cui sono fatti.
Di certo, la crociata di Eav per far mettere la divisa a tutti si preannuncia tutt'altro che agevole. Eppure fino a qualche decennio fa indossare la divisa della Circumvesuviana, della Cumana e della Circumflegrea era un vanto: erano i tempi in cui gli orologi si regolavano con l'arrivo dei treni, per quanto erano puntuali le corse. L'uomo in giacca e vestito blu incuteva timore e rispetto: quelli che non pagavano il biglietto, per lo più studenti sfaccendati, appena lo vedevano scappavano via, per paura di essere multati, e scendevano alla prima fermata.
C'è un sito, che è anche una pagina Facebook con migliaia di iscritti, che si chiama «Ricordi Circumvesuviana», ideato da Fabrizio Montella, dipendente Eav: ospita molte foto vecchie di lavoratori in uniforme. Forse per via degli anni trascorsi, ma di certo il macchinista e il capotreno esibiscono in quelle foto una certa eleganza, un fascino antico. Poi i tempi sono cambiati, il trasporto pubblico è andato in crisi, la rabbia tra i pendolari è montata e il numero dei portoghesi è aumentato. È cambiata anche la figura del passeggero: sfrontato, spesso violento. Sabato scorso due macchinisti sono stati aggrediti verbalmente da un utente alla stazione Circumvesuviana di piazza Garibaldi, al punto che è dovuta intervenire la polizia.
La divisa, insomma, non si indossa più anche per paura, benché nella loro lettera i sindacalisti dell'Orsa non facciano alcun riferimento alle condizioni di pericolo in cui si trovano i dipendenti dell'Eav che si mettono in uniforme. L'azienda, tuttavia, alla divisa ci tiene: insieme alla Regione che lo ha chiesto esplicitamente nel nuovo contratto di servizio, punta a far recuperare autorevolezza ai dipendenti. E poi la Circumvesuviana viene utilizzata ogni giorno da migliaia di turisti, diretti agli scavi di Ercolano e Pompei e in costiera sorrentina: logico che questi debbano essere messi in condizione di identificare il responsabile di una corsa, il punto di riferimento sul treno. La polemica tra il sindacato e l'Eav sulle divise, comunque, è alle prime schermaglie: se ne saprà di più col passare dei giorni, anche se è probabile che il 1 novembre in pochi si adegueranno alle nuove disposizioni.
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Il Mattino