De Luca non si presenta alla proclamazione della sua elezione. E Forza Italia avverte Renzi: «Sospeso subito o ti denunciamo»

La poltrona vuota di De Luca (Alessandro Garofalo, newfotosud)
Vincenzo De Luca è stato proclamato, con 980.743 voti, governatore della Regione Campania. Ma l'ex sindaco di Salerno...

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Vincenzo De Luca è stato proclamato, con 980.743 voti, governatore della Regione Campania. Ma l'ex sindaco di Salerno ha piazzato immediatamente un colpo ad effetto non presentandosi alla sala Arengario del tribunale di Napoli dove era prevista la cerimonia (la proclamazione degli eletti in Consiglio regionale, invece, si dovrebbe avere martedì prossimo). Antonio Buonaiuto, presidente della Corte di Appello, lo ha proclamato presidente della Regione Campania in sua assenza.



Una mossa che sembra la prima di tanti colpi a sorpresa di questo inizio legislatura. Infatti sull'elezione di De Luca pesa ancora come un macigno la legge Severino con i suoi effetti, compresa una possibile fulminea sospensione.

Tanto è vero che sono presenti eletti e attivisti di Sel e Movimento 5 Stelle pronti alla contestazione per chiedere la sospensione di De Luca. Gli eletti dei due schieramenti, infatti, hanno chiesto di mettere una nota a verbale in cui si chiede la sospensione del neogovernatore per effetto della Legge Severino.



Nella richiesta, firmata da Giovanni Mugavero, rappresentante del candidato a presidente di Sel Salvatore Vozza, si legge che «l'atto di proclamazione faccia ricognizione, ai sensi dell'art. 8 del decreto legislativo 235/2012 (la legge Severino ndr), dell'immediata conseguente automatica sospensione di diritto dalla carica di presidente della giunta regionale della Campania, dott. Vincenzo De Luca, con ogni conseguenza anche in ordine agli atti - nulli - che lo stesso nella qualità di presidente sospeso, potrò eventualmente adottare».

Un'ipotesi respinta da Paolo Persico del Pd secondo il quale «la proclamazione di De Luca si perfezionerà soltanto quando si insedierà il Consiglio regionale».



La battaglia legale, dunque, è iniziata. Il centrodestra ha già scatenato nella giornata di ieri l’offensiva. «Va sospeso subito», incalzano Forza Italia, Fratelli d’Italia, Popolari per l’Italia e le liste Caldoro presidente e Terra dei fuochi che ieri tramite un pool di legali di fiducia hanno presentato una diffida per la immediata applicazione della legge Severino.



E oggi i vertici nazionali di Forza Italia hanno rincarato la dose. «Ci rivolgiamo a Renzi, emetta un decreto ad horas di sospensione per 18 mesi altrimenti sarà denunciato - ribadisce Brunetta - non serviva la proclamazione per far scattare la sospensione ma visto che si è voluta la proclamazione che almeno, ora, faccia scattare immediatamente la sospensione. Renzi game over.».



«Non ci fermeremo alla denuncia mediatica - ha aggiunto Paolo Russo - la colpa di tutto questo non è di De Luca, sia chiaro, ma è del Pd e di Renzi. Se siamo qui lo dobbiamo alla scellerata azione del Pd e di Renzi». Per Francesco Sisto la legge parla chiaro «e non c'è alcun dubbio in merito alla sospensione immediata». «Noi siamo sempre stati garantisti - sottolinea Sisto - chi ha l'obbligo giuridico di applicare la legge lo faccia». Brunetta, in conferenza stampa, ha letto un articolo di Eugenio Scalfari dove, domenica scorsa, ripercorreva la vicenda di Vincenzo De Luca e dove, appunto, si profilava, il rischio di reato di abuso d'ufficio per Renzi ne caso di non sospensione immediata.



Ed è saltato anche il rituale passaggio di consegne, come ha fatto sapere l'uscente Stefano Caldoro, con un tweet, non avendo avuto notizie dal suo successore.
«Proclamazione avvenuta - ha scritto Caldoro sul suo profilo - Avviate le procedure per il passaggio di consegne. Nessuna risposta. Come da prassi lascio il Palazzo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino