Se fosse stato un test per il governo, in Campania la scoppola presa da M5s e Lega sarebbe di quelle storiche: due forze che, insieme, tre mesi e mezzo fa avevano raccolto la...
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L’epicentro di quanto accaduto in Campania è ad Afragola. Il 4 marzo, M5s aveva stracciato qualsiasi record raccogliendo il 57,3% dei consensi. La Lega era molto dietro, ma con un risultato visibile: 5,1%. Le due forze del governo Conte cento giorni fa avevano il 62,4%. La Lega dell’iperattivo Matteo Salvini, nel frattempo, ha guadagnato visibilità e forza. Ma i Cinquestelle campani non sono stati da meno, con Roberto Fico presidente della Camera, Luigi Di Maio vicepremier e Sergio Costa ministro dell’Ambiente. E però ad Afragola, in piena Terra dei Fuochi, i Cinquestelle alle comunali hanno raggiunto appena l’8% mentre la Lega - la cui coalizione ha eletto al primo turno il sindaco Claudio Grillo con il 54% - si è fermata al 5,4%. Il quadro si ripete non troppo dissimile negli altri tre grandi Comuni campani dove erano simultaneamente presenti M5s e Lega. Ad Avellino i Cinquestelle hanno la consolazione di aver portato - caso unico nella Regione - il proprio candidato al ballottaggio, ma con il 20,2% dei consensi: meno della metà del 44,2% del 4 marzo. E la Lega nel capoluogo irpino è scivolata da 5,1 a 4,1%. A Castellammare di Stabia M5s è sceso dal 54% al 14,6% e la Lega nel suo piccolo è arretrata da 2,8% a 1,9%. Infine a Qualiano M5s crolla da 54,8 a 7,8 mentre la Lega scende da 3,2% a 2,1%. Il Carroccio soltanto a Pontecagnano ottiene un risultato discreto (con i Cinquestelle assenti) avanzando dal 7,3% all’8,2%. Il capitombolo più spettacolare del movimento fondato da Beppe Grillo si verifica a Ottaviano. Qui il 4 marzo i pentastellati avevano il 51% mentre il 10 giugno il 3%. In termini di voti passano da 6.525 a 432 e non possono neppure prendersela con la flessione dell’affluenza, visto che i votanti nella cittadina vesuviana sono stati più alle comunali (14.970) che alle politiche (13.186).
Ma se M5s ha straperso e la Lega non ha certo vinto, quali delle formazioni nazionali possono trarre segnali positivi dal voto locale campano? La risposta è Forza Italia, non tanto per i risultati della lista (poco significativi in presenza di molte civiche) quanto perché fanno riferimento al partito fondato da Silvio Berlusconi tutti i quattro sindaci eletti al primo turno: Afragola, Campagna, Maddaloni e Ottaviano. Inoltre un candidato sindaco sostenuto da Forza Italia è ancora in corsa in centri importanti come Castellammare, Cercola, Pontecagnano e Qualiano. In Campania, Forza Italia resta avanti alla Lega salviniana anche se il margine si va stringendo. Ad Avellino Forza Italia ha raccolto sul suo simbolo il 5,8% e la Lega il 4,1%. A Pontecagnano FI è al 9,8% con la Lega non lontana all’8,2%.
Per il Partito democratico bruciano sconfitte come quelle di Afragola, Castellammare e Maddaloni. In quest’ultima città il candidato sostenuto dal Pd ha raccolto appena il 7%. Ma chi temeva l’estinzione del partito dopo il 4 marzo può tirare un sospiro di sollievo e rinviare il responso al 24 giugno, quando si conoscerà l’esito dei tre ballottaggi (Avellino, Pontecagnano e Qualiano) con i candidati del Pd protagonisti.
Persino la sinistra può trovare un segnale incoraggiante: a Cercola il candidato appoggiato da Sinistra italiana ha sfiorato il successo al primo turno con il 48,5% e tra due domeniche dovrà vedersela con il candidato di centrodestra, che parte dal 24,5%. Stracciati invece Pd, il cui candidato si è fermato al 10,9%, e M5s, quarto al 10,6%.
Infine, tra i due leader con incarichi istituzionali, il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha battuto 12%-5% il sindaco di Napoli Luigi De Magistris nell’unico confronto diretto tra Campania Libera e Dema, ad Orta di Atella. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino