Elezioni comunali a Napoli, Maresca scopre le carte? «Fare politica resta l'esperienza più bella»

Elezioni comunali a Napoli, Maresca scopre le carte? «Fare politica resta l'esperienza più bella»
«Penso che fare politica sia la cosa più bella che c'è. Magistratura e forze dell'ordine possono fare tanto per i cittadini, ma poi tutto questo lavoro...

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«Penso che fare politica sia la cosa più bella che c'è. Magistratura e forze dell'ordine possono fare tanto per i cittadini, ma poi tutto questo lavoro deve essere tradotto in interventi sociali da parte della politica». Certo, sarebbe azzardato trarre conclusioni che parole simili, estrapolate nel contesto di riflessioni su come sconfiggere i clan della camorra, possano significare l'annuncio della sua discesa in campo, ma la strada sembra ormai tracciata. 

Catello Maresca ha presentato ieri il suo ultimo libro, «Nco, le radici del male» (Rogiosi), al centro studi La Contea» in via Toledo. Padrone di casa l'ex consigliere comunale e regionale di Fratelli d'Italia, Luciano Schifone, che ha invitato a discutere del romanzo di Maresca anche il parlamentare di Fdi Edmondo Cirielli. «La bellezza della politica» è rimasto però l'unico momento in cui si è affrontato il tema dei possibili futuribili scenari, l'intera conferenza - alla presenza del prete anticamorra don Aniello Manganiello e alla toccante testimonianza dell'affidatario di alcuni beni confiscati ai clan, Antonio Arzillo - si è concentrata soprattutto sugli spunti che offre il libro di Maresca. Un romanzo che attraverso anche ricordi personali riesce a raccontare quaranta anni dell'insistenza della camorra nel territorio di Napoli e Caserta. Maresca lo fa attraverso due personaggi principali: il magistrato Francesco e il capoclan Antonio. Un romanzo - con la prefazione di Leandro Del Gaudio del Mattino - composto come una sorta di album fotografico, di tanti piccoli scatti, che scorrendoli finiscono con il ricostruire la pervasività dei clan sul territorio a partire dalla creazione della Nco di Raffaele Cutolo e pure la forza dello Stato nel cercare di scardinare l'impero dei clan. Mafie che non di rado trovano anche sponde in apparati dello Stato. «Prima della cosiddetta trattativa con la mafia oggetto dei processi di Palermo - ha ricordato ieri Maresca - non si può dimenticare di quando a Napoli, con il rapimento del consigliere regionale Ciro Cirillo, furono avviate interlocuzioni anche con Raffaele Cutolo». Altre immagini, magari in bianco e nero, che Maresca non omette di raccontare nel suo romanzo dove lega pure due generazioni di magistrati: quella che ha sgominato la Nuova Camorra Organizzata e poi quella - di cui proprio il pm fa parte - che ha smantellato il clan dei Casalesi. 

Il filo che unisce il racconto di Maresca sono probabilmente tutte le «emergenze», presunte o tali, vissute in Campania. Da quella post-terremoto degli anni 80 che ha fatto crescere a dismisura il potere di condizionamento - anche politico - di Raffaele Cutolo, all'emergenza rifiuti, fino, inevitabilmente, ad arrivare ai giorni nostri quando all'emergenza pandemica si assommerà quella economica e dei miliardi a pioggia che pioveranno dall'Europa. Emergenze - non viene sottaciuto nel romanzo di Maresca - spesso create ad arte o comunque favorite dalla politica per averne tornaconti in termini di consensi. «Cambiano i volti - dice in un dialogo immaginario Maresca - ma le trame sono sempre quelle». E se il pm partenopeo scenderà in politica per candidarsi come futuro sindaco di Napoli è probabilmente presto per dirlo. Tutto è ancora molto prematuro, anche perché troppe sono le fibrillazioni tra i partiti di centrodestra per raggiungere in tempi brevi un'intesa non solo alla falde del Vesuvio ma anche altrove. Da settimane la leader di Fdi Giorgia Meloni e Matteo Salvini della Lega neppure si parlano più. Ma questo è il chiacchiericcio della politica, ben altro è l'impegno anticamorra di Maresca testimoniato narrativamente nel suo romanzo-album. 

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Il Mattino