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Il vertice è durato quasi tre ore ed è stato denso di cose da impilare bene e non è detto che ciò sia possibile: la sostanza è che è stato fatto un primo passo verso il dialogo tra i deluchiani e il Pd-M5S e Leu. Che aria tira? «Se sono rose fioriranno non abbiamo pregiudizi verso il M5S» commenta con una punta di ironia il capitano dei deluchiani, il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola. Che ha chiesto e ottenuto l'accelerazione sulla questione Napoli, condivisa dal segretario dem Marco Sarracino. Ma i punti di contatto a oggi finiscono qui. Sarracino incassa la prima vera riunione con i M5S nel centrosinistra e vira però subito verso i pentastellati. A chi gli chiede cosa pensa di Roberto Fico candidato risponde così: «Fico non è una risorsa della coalizione, ma della città ha il profilo istituzionale di chi tratta con Regione e governo, è autonomo e ha molto consenso tra i ceti più popolari».
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L'aggiornamento tra le parti è stato fissato tra sette-dieci giorni «per definire il programma e poi i nomi» ma che la formazione al tavolo tra una settimana sia la stessa - dopo l'endorsement di Sarracino - nessuno è disposto a scommetterci molto. I grillini si sono seduti e hanno scassato con Clemente Mastella e Luigi Iovino - il giovane parlamentare che è stato spedito dal Presidente della Camera al tavolo delle trattative - non è che abbia molti peli sulla lingua: «Abbiamo a cuore le sorti di Napoli e intendiamo lavorare con lo stesso impegno e il medesimo spirito di squadra che hanno caratterizzato l'alleanza che ha sostenuto il secondo governo Conte.
Otto i nomi in campo: oltre a Fico ci sono Gaetano Manfredi, Enzo Amendola, Riccardo Monti, Antonio Bassolino, Sergio D'Angelo, Vincenzo Spadafora e Amedeo Manzo. Quest'ultimo è il presidente della Bcc, oltre che manager di aziende pubbliche, che in questi giorni - come sanno i lettori de Il Mattino - è corteggiato in maniera trasversale da tante categorie produttive e da tanti napoletani che grazie al suo «rating umano» sono stati salvati dalla crisi economica proprio dalla Bcc, insomma una missione che gli piace da morire, fare il suo lavoro umanizzando le banche e salvando aziende come Anm. Però se la città dovesse chiamare in maniera larga e unita, Manzo potrebbe probabilmente riflettere su una discesa in campo.
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