Elezioni comunali a Napoli, il Pd apre a Fico ma è scontro tra M5S e deluchiani

Elezioni comunali a Napoli, il Pd apre a Fico ma è scontro tra M5S e deluchiani
Il vertice è durato quasi tre ore ed è stato denso di cose da impilare bene e non è detto che ciò sia possibile: la sostanza è che è...

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Il vertice è durato quasi tre ore ed è stato denso di cose da impilare bene e non è detto che ciò sia possibile: la sostanza è che è stato fatto un primo passo verso il dialogo tra i deluchiani e il Pd-M5S e Leu. Che aria tira? «Se sono rose fioriranno non abbiamo pregiudizi verso il M5S» commenta con una punta di ironia il capitano dei deluchiani, il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola. Che ha chiesto e ottenuto l'accelerazione sulla questione Napoli, condivisa dal segretario dem Marco Sarracino. Ma i punti di contatto a oggi finiscono qui. Sarracino incassa la prima vera riunione con i M5S nel centrosinistra e vira però subito verso i pentastellati. A chi gli chiede cosa pensa di Roberto Fico candidato risponde così: «Fico non è una risorsa della coalizione, ma della città ha il profilo istituzionale di chi tratta con Regione e governo, è autonomo e ha molto consenso tra i ceti più popolari».

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L'aggiornamento tra le parti è stato fissato tra sette-dieci giorni «per definire il programma e poi i nomi» ma che la formazione al tavolo tra una settimana sia la stessa - dopo l'endorsement di Sarracino - nessuno è disposto a scommetterci molto. I grillini si sono seduti e hanno scassato con Clemente Mastella e Luigi Iovino - il giovane parlamentare che è stato spedito dal Presidente della Camera al tavolo delle trattative - non è che abbia molti peli sulla lingua: «Abbiamo a cuore le sorti di Napoli e intendiamo lavorare con lo stesso impegno e il medesimo spirito di squadra che hanno caratterizzato l'alleanza che ha sostenuto il secondo governo Conte. C'è piena sintonia con le forze politiche con cui stiamo dialogando da tempo. Non c'è bisogno di ribadire che per noi sarebbe inaccettabile una coalizione accozzaglia come quelle che hanno caratterizzato le ultime regionali». Parole tranchant scritte in un comunicato. Raggiunto al telefono ammorbidisce il senso delle sue parole soprattutto riguardo al presidente De Luca: «Per noi il governatore è un interlocutore per le questioni amministrative alla Regione, noi parliamo con le singole forze politiche e lui è nel Pd». Parola ancora a Sarracino: «C'è grande entusiasmo dopo la riunione che oggi abbiamo tenuto con il M5S e le liste che con noi hanno vinto le scorse elezioni regionali. Il percorso unitario prosegue infatti con spirito costruttivo, non vogliamo riportare il Pd ai tempi in cui era isolato. Abbiamo finalmente una coalizione animata da uno spirito di pari dignità che si ritroverà attorno ad una candidatura forte, credibile, autorevole e dal grande consenso popolare». Insomma ribadisce l'identikit di Fico. E a questo interviene ancora Bonavitacola: «Non è il momento dei nomi, ne vengono fuori tanti ma bisogna portare al tavolo quelli che ci stanno davvero. Io penso che una soluzione potrebbe essere fissare una data per un percorso programmatico e portare poi al tavolo i nomi e confrontarci su chi ha più chance». Bonavitacola non è certo un agnellino e replica punto su punto: «Proviamo una certa allergia per i modelli di impostazione romani e la riproposizione sui territori in maniera acritica. I territori devono avere il loro spazio. Quanto alle alleanze non abbiamo nessun pregiudizio verso i 5S, naturalmente deve esserci reciprocità e volontà di collaborare con la Regione. Poniamo solo due paletti: no ai sovranisti e alle stampelle di de Magistris». L'ultima stoccata è sulla data del voto, si va verso lo slittamento a ottobre anche per la Calabria dove è candidato presidente de Magistris: «Non siamo nemmeno d'accordo nell'approfittare dello slittamento per prendere tempo, dobbiamo invece accelerare. Altrimenti facciamo come quando eravamo ragazzini e dovevamo essere interrogati. Speravamo che la professoressa non arrivava ma l'interrogazione prima o poi comunque si doveva fare sennò prendevi impreparato». 

Otto i nomi in campo: oltre a Fico ci sono Gaetano Manfredi, Enzo Amendola, Riccardo Monti, Antonio Bassolino, Sergio D'Angelo, Vincenzo Spadafora e Amedeo Manzo. Quest'ultimo è il presidente della Bcc, oltre che manager di aziende pubbliche, che in questi giorni - come sanno i lettori de Il Mattino - è corteggiato in maniera trasversale da tante categorie produttive e da tanti napoletani che grazie al suo «rating umano» sono stati salvati dalla crisi economica proprio dalla Bcc, insomma una missione che gli piace da morire, fare il suo lavoro umanizzando le banche e salvando aziende come Anm. Però se la città dovesse chiamare in maniera larga e unita, Manzo potrebbe probabilmente riflettere su una discesa in campo. 

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