È allarme rosso nel Pd e in Fi per le Europee. Non tanto il risultato generale in sé quanto le previsioni di una scarsa performance dei due capilista: l'ex...
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Due incontri in pochi giorni in casa democrat per sollecitare deputati e dirigenti a lavorare per l'ex procuratore Roberti. In entrambi i casi è l'ex ministro Andrea Orlando, attuale numero due del Pd, il regista dell'operazione. «Dobbiamo concentrarci sul voto per il capolista. Ne va della faccia del partito nazionale», è il leitmotiv dell'ex ministro in due riunioni. Una venerdì presso la fondazione Chiaromonte dove ha riunito la mozione Zingaretti; l'altra ieri mattina nella sede del Pd di via Santa Brigida, dove erano stati convocati i membri della direzione nazionale, i parlamentari, i consiglieri regionali e i segretari provinciali. Ma erano in pochi. Appena 4 consiglieri regionali (senza il capogruppo), un deputato (il renziano Lello Topo), il segretario salernitano Enzo Luciano, l'ex segretaria campana Susy Tartaglione e Fulvio Bonavitacola in rappresentanza di De Luca. All'incontro tutti hanno assicurato il loro impegno per Roberti ma è chiaro come si vada in ordine sparso. La previsione è 2-3 eletti e gli uscenti (i campani Picierno, Cozzolino, Caputo, Ferrandino) sanno che sarà una selezione durissima. Senza contare Massimo Paolucci, che pescherà non solo nel mondo di Mdp ma anche nella galassia ex bassoliniana.
In casa azzurra si respira la stessa aria. Se non peggiore perché qui il capolista è il fondatore del partito Silvio Berlusconi. E rischia seriamente il flop questa volta al Mezzogiorno. E, a cascata, Forza Italia. «Utilizzeremo il risultato delle Europee per rivendicare l'anno prossimo il candidato alla Regione», incalzava due giorni fa il coordinatore regionale azzurro Mimmo De Siano. Ma nel frattempo ognuno va in ordine sparso. Gli uscenti sono 4 (Aldo Patriciello, Fulvio Martusciello, Barbara Matera e Raffaele Fitto, nel frattempo passato a Fdi). Qui l'ipotesi è un paio di eletti e uno sicuro sembra essere il molisano Patriciello ma con interessi imprenditoriali anche in questa regione. E gli azzurri campani non hanno digerito affatto che Patriciello sconfini troppo in Campania, per di più con santini e facsimile in cui c'è solo il suo nome. Quindi la risposta è la stessa: ognuno si starebbe facendo campagna solo per sé. Senza supportare né la Matera, né tantomeno Berlusconi che rischia di essere surclassato nelle preferenze da Salvini ma anche dalla leader Giorgia Meloni. Anche perché nelle province ogni ras porta il suo nome per contarsi poi all'interno del partito. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino