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Tutti sulle spine in attesa di una decisione. Sono i papabili per una candidatura che già vede alcuni «esclusi eccellenti», parlamentari di lungo corso che non rientreranno, almeno a questo giro, a Montecitorio o a Palazzo Madama dopo anni di militanza. La direzione nazionale del Pd si svolgerà soltanto domani, nel giorno di Ferragosto, da lì si avrà un quadro più definito anche in Campania. Se qualcuno è ormai certo di un seggio, molti altri restano in attesa di conoscere la propria collocazione: «un posto al sole» in un listino “blindato” oppure andarsi a giocare la propria elezione nel risiko del maggioritario. Per ora c’è solo uno schema di gioco, poi bisognerà trovare una quadra anche sui posti riservati ai partiti alleati del Pd. L’idea del Nazareno sulla Campania è concedere tre posti agli alleati nei listini uninominali: uno toccherà a Luigi Di Maio nel collegio che insiste sulla “sua” Pomigliano, l’altro a Peppe De Cristofaro di Si e un altro all’esponente di Europa Verde, Fiorella Zabatta. Fin qui gli schemi, ma la vera partita la si giocherà soltanto domani quando Enrico Letta comunicherà le decisioni prese. Stessa storia nel centrodestra: a Ferragosto i tre leader della coalizione Meloni, Berlusconi e Salvini limeranno gli ultimi dettagli e martedì saranno convocati i coordinatori regionali campani a Roma per fissare i primi nomi certi.
Mentre è folta la pattuglia di chi si è metaforicamente piazzato all’esterno di una sede di partito per conoscere il proprio destino, sono già tanti coloro che hanno deciso di non partecipare alla giostra. Come il passo indietro fatto dal beneventano Umberto Del Basso de Caro, parlamentare sin dal 1992 - al tramonto della prima repubblica e all’alba della seconda - fino alla legislatura attuale. Sul fronte opposto c’è Luigi Cesaro, fino ad oggi senatore di Fi, e deputato fin dal 1996. Tutti anni trascorsi nel partito di Silvio Berlusconi. Non ci sarà Cesaro dopo il cambio di equilibri nel partito campano con l’arrivo al coordinamento di Fulvio Martusciello. Non sarà della partita neppure suo figlio Armando, salvo che altri partiti non decidano di metterlo in campo.
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Se c’è chi si è ritirato dalla corsa ancor prima di cominciare, ci sono poi una miriade di esponenti politici che non sanno se saranno rieletti e, pur se lo fossero, se in posizioni contendibili. Nel Pd è ormai diventata una telenovela la possibile disfida tra il segretario regionale Marco Sarracino e l’uscente Lello Topo, con il pressing della base per entrambi. Intricato è il quadro in casa Lega con Severino Nappi lanciato verso un posto da capolista e gli uscenti Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello che dovranno sperare in un ottimo risultato del Carroccio in Campania per tornare a Montecitorio. Ressa ce n’è anche in Forza Italia con l’arrivo in Campania per il Senato di Berlusconi e Bernini e un possibile posto di capolista alla Camera per il segretario Tajani, rischiano gli uscenti Sarro e Pentangelo una riconferma. Intrigo anche nel Terzo Polo: Paolo Russo di Azione - sei legislature all’attivo - dovrà lottare con i colleghi di Italia viva per un seggio, forse con l’uscente Gennaro Migliore se l’ex sottosegretario non sarà candidato anche altrove. Stessa sorte per l’altro fedelissimo di Mara Carfagna, Gigi Casciello.
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Il Mattino