Epidemia influenzale, la Campania tra le regioni che hanno pagato lo scotto più alto. Lo dice MariaTriassi, direttore del Dipartimento di Salute pubblica della Federico II....
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Nel valutare l’epidemia influenzale di quest’anno, Triassi fa rilevare come questa si sia trascinata a lungo e come in molti casi i sintomi siano legati alla presenza del virus B che ha un ruolo importante soprattutto nella genesi della “coda” epidemica che si è avuta nelle ultime settimane. Secondo i dati della rete Influnet, in Italia i virus A e B si sono “mossi” assieme, con una prevalenza complessiva del virus A pari a 84 per cento e del virus B pari a 16 per cento. Come in una sorta di “gara”, tuttavia, i virus di tipo B sono progressivamente aumentati nelle rilevazioni dei medici sentinella a partire dalla quinta settimana di rilevazione (febbraio 2015), fino a divenire predominanti sui singoli sottotipi di virus A dalla decima settimana di rilevazione (marzo 2015).
Per questo, soprattutto per il futuro, diventa importante avere a disposizione nella vaccinazione preventiva dei vaccini che garantiscano una maggiore protezione verso tutti i ceppi potenzialmente circolanti.
«L’obiettivo di una ottimale copertura vaccinale – conclude la professoressa - è fondamentale, anche alla luce della molteplicità di ceppi virali circolanti, spesso responsabili di “code” influenzali come quella che si è osservata nelle ultime settimane. Se infatti quest’anno si è assistito ad una prevalente circolazione del virus “Yagamata”, la prossima stagione, alla luce delle continue mutazioni del virus, potrebbe essere caratterizzata dalla circolazione di altri ceppi in alternativa o insieme a quello attualmente circolante. Per questo è necessario ribadire l’importanza della vaccinazione, soprattutto per le categorie a rischio indicate nella Circolare Ministeriale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino