TORRE ANNUNZIATA - Due omicidi, due ergastoli. La faida di Ercolano portata avanti grazie ai killer «in prestito» di Torre Annunziata. L'alleanza dei clan...
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Fioto e Lucio, entrambi di Ercolano, erano arrivati a processo su decreto di giudizio immediato. Grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Michele Palumbo «munnezza», spietato killer pentito del clan Gionta, i carabinieri della compagnia di Torre del Greco coordinati dall'allora sostituto procuratore dell'Antimafia, Pierpaolo Filippelli avevano chiuso il cerchio, incastrando tutti i partecipanti a quei due agguati. Gaetano Pinto era stato ammazzato sull'uscio di casa, a Ercolano. Consapevole di essere nel mirino dei sicari del boss Giovanni Birra, il pusher legato agli Ascione-Papale non usciva più. Fioto e Lucio, però, aiutarono i Birra ad organizzare il delitto, accompagnando i killer tra questi proprio Palumbo a casa della vittima. Un finto «cliente» dello spacciatore tenne la porta aperta, entrò Palumbo che esplose diversi colpi di pistola contro Pinto, uccidendolo nonostante la presenza della moglie e del bimbo di due anni.
Su questa vicenda sono stati giudicati separatamente già gli altri responsabili. L'omicidio di Ettore Merlino, invece, è stato raccontato anche dalle telecamere della videosorveglianza interna di Palazzo Fienga, la storica roccaforte del clan Gionta, la «fabbrica di morte» oggi murata e confiscata. Pasquale Gionta, alias «'o chiatto», incontrò Fioto e Lucio al secondo piano della palazzina, nell'appartamento della mamma Gemma Donnarumma. I video interni hanno raccontato, frame dopo frame, la trappola tesa da Birra e Gionta alla vittima, invitata a palazzo prima dell'esecuzione. I video mostrati anche durante il dibattimento hanno raccontato come Fioto e Lucio abbiano incontrato Pasquale Gionta a Palazzo Fienga, concordato gli ultimi dettagli, uscendo di fretta proprio prima dell'arrivo di Merlino. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino