Chi in video, chi in sala - rigorosamente distanziati gli uni dagli altri almeno da due seggiole - alla fine l'incontro tra il mondo del food e il governatore Vincenzo De Luca...
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Diverse sono le esigenze perché le categorie del food sono davvero infinite, però delle linee comuni ci sono e si trovano nel protocollo portato al tavolo per i ristoratori dallo chef Gennarino Esposito, «Brother in Food» il suggestivo incipit. Come dire che anche a tavola bisognerà avere lo spirito che tutti abbiamo avuto nell'affrontare questa prima ondata della pandemia. Con le aziende che si devono impegnare a sanificare i locali «almeno due volte al giorno», devono fornire «detergenti e soluzioni disinfettanti per mani o salviette monouso al tavolo, le mascherine protettive, guanti monouso». Ma questo è il minimo sindacale. Il disciplinare prevede che l'accesso alla struttura per lavoratori e clienti ci sarà solo dopo la misurazione della temperatura corporea e se questa superasse i 37,5 gradi scatta la quarantena. Un ruolo fondamentale per la riapertura lo avrà la «sorveglianza sanitaria» con il coinvolgimento dei medici di base: «Vanno privilegiate, in questo periodo, le visite preventive». Le aziende dovranno organizzarsi favorendo turnazioni tra i lavoratori e gli ospiti attraverso il sistema delle prenotazioni. Con la separazione dei flussi di entrata e di uscita dal locale e il distanziamento anche all'interno delle cucine. Persino il conto dovrà essere portato al tavolo per evitare assembramenti e i pagamenti con le carte. Più o meno lo stesso disciplinare della Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi - dove non si esclude l'utilizzo del plexiglass per separare i tavoli come già sta avvenendo in Lombardia, la regione più colpita dal virus. «Il presidente - racconta Massimo Di Porzio che rappresenta la Fipe ed è titolare di Umberto, storico ristorante di Chiaia - è voglioso di ripartire e ci ha ascoltato con la massima attenzione e disponibilità. Non sarà facile ripartire però perché la metà delle aziende, quelle più piccole, rischia grosso. Non tanto per le attrezzature, ma per i costi fissi mantenuti con la chiusura come l'affitto: loro vanno sostenuti subito». Marco Infante - griffe di pasticceria e gelateria - incalza: «Ho ringraziato De Luca perché ha tutelato la nostra salute in maniera rigida e ha fatto bene, ora però dobbiamo ripartire. Gli ho detto che le esigenze di pasticcieri e gelati sono diverse da quelle della ristorazione. Bisogna snellire il sistema della prenotazione e soprattutto del ritiro della merce». Il governatore su fb scrive: «Abbiamo illustrato l'attuale quadro generale sul piano sanitario, sottolineando l'importanza di giungere in maniera condivisa all'avvio della Fase 2. Massima collaborazione e saranno importanti e decisive tutte le proposte che arrivano dal comparto. La Regione terrà conto delle diverse articolazioni. Anche nel settore degli eventi, come i matrimoni, l'Unità di crisi lavorerà a uno specifico disciplinare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino