Un alleato di governo e un nemico assieme. Che poi è anche amico del sindaco de Magistris. Anche se il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, tiene sempre a...
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Non c'è polemica tra Salvini e de Magistris, i due arcinemici, in cui non si ritrovi, direttamente o indirettamente, anche il presidente della camera che alla città di Napoli, ed a un certo mondo di de Magistris, è e rimane legatissimo. E spesso è proprio il politico grillino a fare squadra o difendere il primo cittadino partenopeo. Come il 16 novembre sempre da Napoli. «Salvini non può dire quelle cose su de Magistris e sui centri sociali», è la risposta a Salvini che, il giorno prima, proprio da Napoli annunciava lo sgombero dei centri sociali. «Non mi piace che si parli dei centri sociali come di quattro scemi. In questa città i centri sociali sono importanti perché hanno cercato di sviluppare un valore aggiunto sul territorio, stando vicino alle persone che sono in difficoltà. Bisogna conoscere la realtà prima di parlare di queste cose». E pure sugli inceneritori sponsorizzati da Salvini tre giorni dopo a Caserta, arriva la risposta di Fico: «Gli inceneritori non si faranno mai. Da questo punto di vista qui nessuno passa». Tanto che il 2 dicembre il sindaco non ha difficoltà a dire come «con Fico ho affinità culturali e sensibilità comuni. Ma lo sa anche lui che questo ragionamento di fare il poliziotto buono e quello cattivo durerà molto poco». Tanto che Salvini, il giorno dell'Epifania, proprio sul tema dei migranti è costretto a rimarcare il suo territorio: «Va benissimo che parlino pure Fico e Di Battista ma in materia di migranti quello che decide sono io».
Un asse politico è stato sempre smentito ma è chiaro che tra De Magistris e Fico ci sia un'affinità politica salda. Non a caso il sindaco di Napoli non passa giorno che non stuzzichi Fico a prendere posizioni contro Salvini. Sui migranti e sul decreto sicurezza in particolare. Anche ieri, subito dopo le parole del presidente della Camera da Capodimonte sull'emergenza migranti: «Sono parole belle e apprezzabili ma sarebbe opportuno, per il ruolo che ha nella maggioranza, nelle istituzioni e nel movimento 5 Stelle, se ricordasse al ministro Toninelli di non continuare a mentire sulla chiusura dei porti, che invece sono aperti, o se dicesse a Di Maio di non lasciare i migranti in mezzo al mare». Uno sprone che è anche una stoccata. E non è la prima. Come nei giorni caldi del decreto sicurezza e la ribellione dei sindaci contro il testo di Salvini. «Faccio un appello a Roberto Fico che conosco da tanti anni, una persona che ha sensibilità diverse rispetto a quelle di Di Maio e Salvini, di essere più netto e chiaro in questi giorni, perché - dice il sindaco l'8 gennaio - in questi giorni non si può stare a guardare. Bisogna schierarsi. Da una parte o dall'altra. Io mi aspetto una posizione molto forte».
Non arriva istantanea quella presa di posizione ma è chiaro come la pensi Fico e l'ala più dialogante che fa capo a lui. Tanto che questi continui appelli di Dema a Fico vengono visti anche come un modo per spaccare i grillini. Che, difatti, sul tema dei migranti sono costretti a malcelati imbarazzi. Che ci sono, eccome, se proprio ieri la senatrice Paola Nugnes, politicamente legatissima a Fico e già all'attenzione dei probiviri del movimento per il suo dissenso al decreto Sicurezza di Salvini, ieri si sfoga in un mea culpa: «Aver permesso che venisse un uomo nelle istituzioni, un ministro degli interni, ad usare per questa gente, per queste storie, frasi sprezzanti come è finirà la pacchia è condizione sufficiente per un giudizio a mio parere durissimo e definitivo. Lo sapevo che avremo dovuto affrontare questa contraddizione, questa dolorosa spaccatura». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino